Connettiti con noi

Sostenibilità

Il Nucleare? Archeologia energetica

Secondo lo studio del Worldwatch Institute, in calo numero di reattori ed elettricità prodotta nonostante i soldi pubblici spesi per la ricerca siano ben 5 volte maggiori di quelli destinati alle rinnovabili

architecture-alternativo

Il nucleare è una ‘specie energetica’ in via d’estinzione. Ad affermarlo l’ultimo report del Worldwatch Institute, il primo istituto di ricerca indipendente che si focalizzò sulle problematiche ambientali. “L’energia nucleare in un mondo post-Fukushima” è una vera e propria fotografia dello stato dell’industria nucleare mondiale. Il report sostiene che l’energia atomica sarebbe destinata a scomparire, vittima, non solo degli ultimi tragici avvenimenti (vedi il disastro di Fukushima), quanto piuttosto di un trend in atto da decenni. Secondo il Worldwatch Institute il nucleare avrebbe iniziato la propria parabola discendente già nel lontano 1980, proseguendo negli anni successivi. Tappa fondamentale del declino: il 1990 quando per la prima volta il numero di reattori arrestati avrebbe superato il numero di quelli avviati. Una tendenza confermato poi dai dati più recenti: ad aprile 2011 risultavano in funzione solo 437 reattori nucleari in 30 paesi del mondo, ben 8 in meno rispetto al massimo storico di 444 reattori del 2002. Nello stesso periodo erano poi in costruzione 64 reattori, un numero decisamente più basso rispetto ai 120 del 1987, oppure ai 233 del 1979. Di questi 64 impianti, inoltre, 12 erano considerati in costruzione da più di 20 anni; 35 non avevano una data di inizio ufficialmente pianificata e una buona parte stava incontrando ritardi nei lavori di costruzione, per la maggior parte considerati significativi. In calo anche la produzione mondiale di elettricità ottenuta dall’energia nucleare. Nel 2009 prodotti 2558 TWh di energia, in calo di 103 TWh, circa il 4%, rispetto al 2006. Diminuzione degli impianti e calo della produzione per il dinosauro energetico che però, come ricorda lo studio, citando i dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, dal 1986 ha ricevuto finanziamenti pubblici 5 volte maggiori rispetto alle rinnovabili.