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Sostenibilità

Data for Good: i Big data a servizio del non profit

Al via il progetto pilota per la ricerca di nuove soluzioni nel campo della cooperazione internazionale e nel sociale

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Per molti anni appannaggio esclusivo delle comunità scientifiche specializzate, i Big data sono oggi considerati una leva strategica in tutti gli ambiti della società, anche nel non profit. Con Data for Good, evento che ha visto un centinaio di associazioni italiane incontrare tre dei maggiori esperti internazionali dei Big data – il data scientist dell’Onu, Miguel Luengo‐Oroz, lo scienziato Carlo Castillo e l’imprenditore David Gutelius – è stato posto il primo tassello di Innovazione per lo sviluppo, progetto pilota promosso da Fondazione Crt, Fondazione Cariplo e Compagnia di San Paolo per la ricerca di nuove soluzioni tecnologiche e scientifiche nel campo della cooperazione internazionale e del sociale.”La scienza dei dati sta trasformando il modo in cui le aziende globali prendono decisioni”, spiega Ciro Cattuto, direttore scientifico della Fondazione Isi (società fondata da Crt). “È tempo di ragionare su come le medesime capacità tecniche – i big data, gli algoritmi predittivi, l’intelligenza artificiale – possano pienamente dispiegare il proprio impatto sociale positivo e aiutare la missione di organizzazioni non profit, organizzazioni filantropiche e istituzioni pubbliche”.

INVESTITI 40 MILIONI DI EURO. Attraverso il Progetto Lagrange, la Fondazione Crt ha assegnato borse di studio in questo settore del valore complessivo di 40 milioni di euro a 700 giovani ricercatori, contribuendo a creare una nuova generazione di studiosi capaci di trasferire ai “decision maker” le conoscenze acquisite. La Fondazione Crt ha dato vita anche al Premio Lagrange, il primo e più importante riconoscimento in ambito internazionale per la Scienza della complessità: quest’anno è stato conferito all’epidemiologo John Brownstein, le cui ricerche hanno portato allo sviluppo di HealthMap.org, un sistema web di intelligence epidemiologica che sfrutta i Big Data per monitorare la diffusione globale delle malattie infettive.

I BIG DATA PER LA RACCOLTA FONDI. I Big Data rappresentano un’opportunità anche per implementare l’attività di raccolta fondi, considerato che nel nostro Paese solamente il 20% delle istituzioni del non profit fa attività di fundraising, e solo tre italiani su 10 fanno donazioni. Per questo la Fondazione Crt ha avviato il progetto Talenti per il fundraising per formare giovani esperti in questo campo, e ha organizzato il “Fundracing day”: una giornata di formazione gratuita sul tema della raccolta fondi per oltre 200 associazioni del welfare.