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Trump o Biden? Usa a un bivio storico, anche per rapporti con la Cina

A poche ore dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti è utile valutare come le relazioni tra le più grandi economie potrebbero variare nel futuro

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È visione comune che il voto americano avrà un unico risultato: il rapporto con la Cina rimarrà difficile, su una vasta gamma di questioni economiche, politiche e strategiche per molti anni a venire. Le tensioni tra le due super-potenze sono aumentate sotto l’amministrazione Trump, in particolar modo in relazione alla trade war che ha colpito i mercati globali.

Stati Uniti-Cina: la guerra dei dazi (e non solo)

Gli Stati Uniti hanno imposto dazi su oltre 360 miliardi di dollari di beni cinesi e la Cina ha replicato colpendo con nuovi duties oltre 110 miliardi di dollari di prodotti statunitensi. Washington ha contrastato il progetto Belt Road e la diffusione delle tecnologie cinesi, dal 5G ai social media. Gli Stati Uniti hanno allargato la propria azione ai Paesi con legami storici, dissuadendo progetti industriali verso la Cina e usando strategie regionali, riducendo il proprio ruolo negli organismi multilaterali.

Per Pechino, la scelta tra Trump e Biden, significa mantenere un rapporto teso promosso dall’attuale leadership o confrontarsi con una diplomazia nuova, con toni meno accesi e un maggior ruolo verso l’estero.

Rapporto tra Joe Biden e la Cina

Il rapporto tra Biden e la Cina nasce nel 1979, in cui fu tra i primi senatori statunitensi a fare visita a Deng Xiaoping pochi mesi dopo l’inizio delle relazioni ufficiali tra i due Paesi. Nel 2018, durante una riunione del Council on Foreign Relations, Biden ha dichiarato di essere il leader politico ad aver conosciuto più a lungo Xi Jinping in tanti incontri privati. La vittoria di Biden vedrebbe la retorica infiammatoria di Trump sostituita da un nuovo impegno nella cooperazione ma ciò che si evince oggi è che i rapporti sono mutati. Ci si aspetta che il candidato democratico, se eletto, aumenti l’attenzione all’ambiente e alla sanità ma non rallenti l’azione di contrasto alla crescita cinese.

Stati Uniti-Cina: il divario tra due grandi superpotenze

La Cina è la prima economia per Pil per potere di acquisto con 27,3 mila miliardi di dollari, rispetto ai 21,4 degli Usa nel 2019; è il Paese più popoloso del mondo ed è il leader globale nell’export e nel commercio. Dei 20 principali porti commerciali 10 sono localizzati in Cina e unicamente due negli Stati uniti. In base ai dati del Fondo Monetario Internazionale, 128 su 193 nazioni hanno avuto scambi maggiori con Pechino nel 2019.

Gli Stati Uniti sono da decenni la più grande economia mentre la Cina ha un ruolo primario solo dal 2010, con un’accelerazione senza uguali; questo è il motivo della trade war di Trump e del contrasto alla penetrazione tecnologica cinese.

Sebbene la Cina sia ostacolata dall’aggressività di Trump nel breve termine, vi è chi pensa che le strategie recenti abbiano ridotto il divario tra le due grandi potenze, accelerando l’ascesa di Pechino che potrebbe preferire la continuità rispetto a nuovi equilibri.

*Lorenzo Riccardi insegna fiscalità alla Shanghai JiaoTong University; vive e lavora a Shanghai dove segue gli investimenti stranieri in Cina e Sud Est Asiatico. Ha ricoperto ruoli nella governance di istituzioni e società, tra cui i più grandi gruppi industriali del food e del fashion italiani. È partner dello Studio di consulenza RsA, specializzato in Asia e paesi emergenti.

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A sinistra, Donald Trump impegnato in un acceso dibattito elettorale con lo sfidante alla Casa Bianca, Joe Biden (foto © Getty Images)