Attualità
Toto Papa, se la scommessa diventa una questione religiosa
In attesa del successore di Benedetto XVI la compagnia inglese Stanleybet ha posto il problema etico coinvolgendo le proprie agenzie distribuite sul territorio. Ecco com’è andata
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A tutto c’è un limite. O forse no. Quanto è etico accettare scommesse sulla nomina del nuovo Papa? Può essere un’occasione di guadagno o un pericoloso boomerang a livello di reputazione? La questione è stata all’ordine del giorno del board di Stanleybet, compagnia inglese che offre questo tipo di scommesse in tutta Europa. Ma per l’Italia, in cui si tratta ovviamente di un tema molto delicato considerando le origini storiche del cristianesimo e le radici etiche di gran parte della popolazione, la società ha deciso di aprire una consultazione sul territorio.
COM’È ANDATA. Oltre la metà, per la precisione il 58,3%, si è espressa favorevolmente alle scommesse a fronte di un 27,4% contrario e di un 14,3% totalmente indifferente al quesito rivolto. Risultato per i giocatori: il 63,1% dei clienti ha comunicato l’interesse a piazzare scommesse sul successore di Benedetto XVI, a fronte del 13,1% di contrari, mentre il 23,8% dei giocatori ha comunicato la sua indifferenza rispetto alla questione. Alla luce di questi risultati il chief operating officer, John Whittaker, ha bloccato l’offerta di questo tipo di scommessa e convocato il board per ratificare la decisione negativa. Due ore di accese discussioni per arrivare a un compromesso: le scommesse sul nuovo pontefice saranno consentite anche in Italia, ma con l’introduzione dell’obiezione di coscienza. È quindi ammesso che ogni centro di trasmissione dati (Ctd) possa comunicare a Stanleybet che non intende offrire questo tipo di scommesse.
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