Attualità
Terremoto politico in Germania, si dimette Christian Wulff
Il presidente federale tedesco lascia travolto dalle polemiche e dalle indagini della magistratura tedesca. La Merkel rinvia l’incontro con Monti in Italia
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“Lascio perché la fiducia (dei cittadini, ndr) e così la mia possibilità di agire sono stati pregiudicati in modo duraturo”. Con queste parole il presidente federale tedesco, Christian Wulff, ha annunciato le sue dimissioni. “La Germania – ha spiegato in conferenza stampa – ha bisogno di un presidente che non ha solo il sostegno della maggioranza ma di una grande maggioranza di cittadini”. Il terremoto politico ha costretto il cancelliere tedesco Angela Merkel ad annullare l’incontro a Roma con il premier Mario Monti; l’incarico di Wulff è stato temporaneamente assunto dal presidente della Camera bassa Horst Seehofer.Da diversi giorni stampa tedesca e opposizione chiedevano le dimissioni del presidente federale, accusato di corruzione. “Ho fatto errori ma sono sempre stato onesto”, ha affermato Christian Wulff il giorno dopo la richiesta di revoca dell’immunità (prima volta nella storia della Germania) da parte della procura di Hannover.
I FATTI. Cristiano democratico, eletto presidente federale tedesco nel 2010, Wulff è sempre stato un fedele alleato del cancelliere Merkel. La magistratura, secondo una ricostruzione dell’agenzia Ansa, vuole indagare su episodi opachi – scovati dalla stampa tedesca – della vita di Wulff durante il suo mandato di presidente del Land della Bassa Sassonia (2003-2010), che configurerebbero, per ora, sul piano giuridico, uno ‘scambio di favori’ con amici imprenditori. Il caso Wulff è esploso per i tedeschi con un articolo pubblicato dalla Bild il 13 dicembre scorso. Si accusava il presidente di aver ottenuto dalla moglie di un amico imprenditore, Egon Geerkens, un credito privato a tassi agevolati per comprare una casa. L’accusa che gli ha rivolto la stampa è di aver mentito al parlamento del Land che presiedeva, rispondendo all’interrogazione con la quale gli si chiedeva se avesse mai avuto rapporti d’affari con l’imprenditore con un secco ‘no’. L’affaire Wulff si è poi inasprito, quando è venuta fuori una telefonata con la quale il presidente aveva tentato di fermare il caporedattore della Bild, chiedendo di impedire o di ritardare – sono diverse le versioni delle due parti – la pubblicazione dell’articolo. Wulff ha lasciato un messaggio nella segreteria telefonica di Kai Diekmann. E per giorni si è discusso in Germania sulla possibilità – negata dal presidente – di rendere pubblici i contenuti della chiamata. La grave gaffe del presidente, che ha anche chiesto scusa al tabloid di Axel Springer, riconoscendo di aver commesso un errore in un’intervista televisiva, non gli ha pregiudicato il sostegno della cancelliera Angela Merkel. E neppure quello dei tedeschi, che hanno continuato per un periodo di tempo piuttosto lungo a sostenere che dovesse andare avanti nel suo mandato. Sono diversi però, da allora, gli episodi ritenuti poco chiari della condotta di Wulff, emersi sulla stampa tedesca, che ha continuato a indagare sul passato del suo presidente. È emerso che in diverse occasioni Wulff avrebbe ottenuto favori e privilegi. Un modo di fare che gli ha fatto progressivamente perdere il consenso della gente, oggi precipitato dopo la richiesta della magistratura di Amburgo.
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