Attualità
Mastercard Index of Women Entrepreneurs: Italia solo 43esima
L’impatto del Covid-19, più forte sulle donne, rischia di annullare decenni di progressi verso il raggiungimento della parità di genere sul posto di lavoro e negli affari
Nonostante costituiscano la metà della popolazione mondiale, nel panorama imprenditoriale globale le donne possiedono solo un quinto delle aziende esportatrici. Inoltre, l’80% delle imprese con donne nel ruolo di proprietarie e con necessità di credito vedono le loro necessità poco se non per nulla corrisposte. A ciò si aggiunge che il contributo delle donne all’economia è significativamente sottorappresentato nei report e negli indici sulle startup e sugli scenari economici. Sono solo alcuni dei dati emersi dal Mastercard Index of Women Entrepreneurs (MIWE) che, analizzando i progressi delle donne imprenditrici in 65 Paesi nel mondo (pari all’82,4% della forza lavoro femminile globale), evidenzia il contributo socioeconomico delle donne imprenditrici, oltre a fornire informazioni chiave sui fattori che guidano e ostacolano il loro successo.
Nonostante la quinta edizione dell’indice, appena presentata, registri una crescita dell’occupazione femminile in 14 delle economie prese in esame, i dati dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro mostrano un calo dell’occupazione femminile del 5% rispetto al 3,9% degli uomini. Malgrado, infatti, siano stati molti gli sforzi per mitigare l’impatto della pandemia negli ultimi due anni, il Covid-19 ha avuto un impatto enorme sulle donne. Ciò fa emergere quanto sia reale il rischio di annullare decenni di progressi verso il raggiungimento della parità di genere sul posto di lavoro e negli affari, aggiungendo ulteriori 36 anni al tempo stimato necessario per chiudere il divario di genere a livello globale (World Economic Forum – The Global Gender Gap Report 2021).
Gli Stati Uniti, la Nuova Zelanda e il Canada sono in testa alla classifica, spinti da forti punteggi in tutte e tre gli ambiti d’analisi: risultati del progresso delle donne, patrimonio di conoscenze e accesso finanziario e condizioni favorevoli all’imprenditoria. Questi Paesi forniscono le condizioni ideali per facilitare l’accesso delle donne al supporto finanziario e ai servizi, oltre a promuovere e sostenere la loro capacità di avviare, operare e prosperare nelle attività imprenditoriali. Le donne in questi mercati vantano un’importante quota di proprietà delle imprese, grazie a condizioni favorevoli come l’elevata qualità della governance, un atteggiamento sociale e culturale positivo e un vivace dinamismo imprenditoriale.
Secondo i risultati dell’Index l’Italia perde tre posizioni in classifica collocandosi al 43esimo posto, con un punteggio di 52.3 (in calo rispetto allo scorso anno: 55). Pur posizionandosi infatti come una ‘high-income economy’, i principali dati emersi dal report indicano che la sua performance è inferiore al benchmark di riferimento dell’indice MIWE. Ne deriva che, nonostante un lieve miglioramento nelle componenti di analisi “conoscenze e accesso finanziario” (61.4 vs 60 dello scorso anno) e “sostegno all’imprenditoria” (62.2 vs 60.9 dello scorso anno), l’Italia si conferma solo 58esima per “general access to finance”, 40esima per supporto governativo alle pmi e 57esima per disponibilità di venture capital nel Paese.
Complessivamente, quindi, c’è ancora molta strada da fare da parte dell’Italia per consentire alle donne imprenditrici di affermarsi. Tuttavia, alcuni segnali positivi arrivano dalle condizioni al supporto dell’imprenditoria (dove l’Italia sale dal 26esimo al 20esimo posto) e nel tasso di donne leader d’impresa (passando dalla 29esima alla 24esima posizione). Colpisce positivamente, infine, come la percentuale delle donne attualmente impiegate in ambito tech (46%) non sia molto distante da quella degli uomini (54%), a ulteriore conferma della validità delle politiche nazionali e locali volte al miglioramento delle competenze professionali e all’aumento della partecipazione delle donne nel settore tecnologico.
Nonostante le avversità, le donne hanno dimostrato di essere imprenditrici resilienti, superando gli uomini in termini di attività imprenditoriale in dieci Paesi e dimostrando come, nel complesso, il loro spirito imprenditoriale le guidi giorno dopo giorno, confermandosi così come un fattore determinante per il successo nel mondo del business, anche prima della pandemia. È quindi fondamentale, per la futura crescita economica, gettare le basi per creare le giuste condizioni sociali, politiche e finanziarie affinché questo spirito imprenditoriale si trasformi in storie imprenditoriali di successo. Le politiche governative a sostegno dell’imprenditoria femminile possono infatti contribuire significativamente a una ripresa più rapida ed equilibrata. L’empowerment dell’imprenditoria femminile fungerà non solo da catalizzatore per lo sviluppo e l’innovazione, ma farà crescere le comunità intorno alle donne di successo e favorirà una ripresa globale più inclusiva, equa e sostenibile.
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