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Legittimo impedimento bocciato in parte. Il referendum è possibile

La Corte Costituzionale si è espressa sulla discussa legge. Illegittimi alcuni punti, interpretati altri

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È arrivato, il tanto atteso pronunciamento della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento è appena stato reso noto. Le anticipazioni del verdetto dei quindici giudici, riuniti in consiglio dalle 9.30 di questa mattina, arrivano dall’agenzia di stampa Ansa. Il Consiglio non abbatte, ma non dà neanche il via libera completo al famoso “scudo”. Che, quindi, resiste, ma viene indebolito nella sua forza.

Paletti posti allo “scudo”

Da quanto emerge dalle indiscrezioni, sarebbero diversi i paletti posti dalla Corte Costituzionale. In particolare, la Consulta avrebbe bocciato la certificazione di Palazzo Chigi sull’impedimento e l’obbligo per il giudice di rinviare l’udienza fino a sei mesi, dichiarando illegittimo il comma 4 dell’art.1 della legge 51 del 2010. E avrebbe bocciato in parte il comma 3, affidando al giudice la valutazione del “legittimo impedimento”. La Consulta avrebbe inoltre fornito una interpretazione del comma 1, ritenendolo legittimo solo se, nell’ambito dell’elenco di attività indicate come impedimento per premier e ministri, il giudice possa valutare l’indifferibilità della concomitanza dell’impegno con l’udienza, nell’ottica di un ragionevole bilanciamento tra esigenze della giurisdizione, esercizio del diritto di difesa e tutela della funzione di governo, oltre che secondo un principio di leale collaborazione tra poteri.

Referendum possibile

In ogni caso la Corte ha dichiarato legittimo il quesito referendario per l’abolizione del provvedimento proposto dall’Italia dei valori. Qualora dovesse essere dato il via libera allo “scudo”, saranno dunque i cittadini italiani ad esprimersi votando nei prossimi mesi per la cancellazione della norma.