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Attualità

In Rai succede di tutto, ora pure i ladri: rubati i palinsesti

Black out e liti in diretta non bastano, negli uffici di Viale Mazzini iniziano i furti. La Rai sporge denuncia verso ignoti

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Non si può certo dire che in Rai ci si annoia. Sicuramente non in questi giorni. L’emittente pubblica continua a darci spunti sui quali riflettere. Non bastava la lite in diretta che giovedì scorso ha visto affrontarsi il direttore generale Mauro Masi e Michele Santoro, e neppure il black out che ieri ha oscurato per oltre un’ora le trasmissioni, a Viale Mazzini ora sono arrivati anche i ladri. È di oggi la notizia del furto, avvenuto nel week end, di tre delle quattro copie dei palinsesti. Come ha raccontato Angelo Teodoli, direttore dei palinsesti Rai: “Ieri mattina sono arrivato in ufficio e mi sono accorto che la copia dei palinsesti di primavera che avevo riposto nel cassetto era scomparsa. In un primo momento ho pensato di averla lasciata altrove, poi dopo una lunga ricerca ho capito. Successivamente, lo stesso allarme mi è stato comunicato dagli altri due dirigenti che avevano i fascicoli a disposizione. Ora l’unica copia rimasta è quella in possesso del vicedirettore generale Antonio Marano”. Conferma Marano: “É vero, la mia documentazione si é salvata dai ladri perché il mio ufficio era chiuso a chiave. Siamo rimasti senza parole. Comunque abbiamo fatto le fotocopie per precauzione e i palinsesti saranno messi al voto giovedì salvo sorprese dell’ultimo minuto. Ormai in Rai succede di tutto ho smesso da tempo di farmi domande”. Teodoli ha sporto denuncia al posto di polizia che si trova all’interno di Viale Mazzini. “Quello che mi preme dire è che un furto del genere oltre ad essere assurdo, irragionevole e spregevole, è gravissimo. Nei palinsesti ci sono dati importanti, e soprattutto riservatissimi”. Ma cosa può aver spinto i ladri a rubare i palinsesti? Prova a rispondere al quesito Teodoli: “Ce lo siamo chiesti almeno una decina di volte, ci siamo confrontati, le abbiamo pensate tutte. Non siamo riusciti a darci nessuna spiegazione. Resta il fatto che si tratta di documenti super riservati. Non era mai accaduta, a mia memoria, una vicenda di tale natura qui a Viale Mazzini”.