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Attualità

Il mondo che innova

Dalla Cina al Giappone, passando per Germania e Stati Uniti il mercato delle idee è in fermento. Mentre i Paesi emergenti spingono per ottenere il primato delle invenzioni e nuovi settori si impongono alla frontiere nella ricerca, cosa succede in Italia?

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Eureka!

Il grido di battaglia di Archimede fa il giro del mondo e dall’Antica Grecia (nella cui lingua significa «ho trovato») agli Stati Uniti, dove il genio della Disney lo ha reso famoso, risuona oggi fino in Cina, Paese che vanta il primato delle invenzioni, degna erede del celebre inventore siciliano. Secondo gli ultimi dati della World intellectual property organization (Wipo), infatti, è Huawei Technologies di Shenzhen ad avere depositato nel 2008 il maggior numero di brevetti con 1.737 invenzioni. Per la Cina è un ritorno al vertice. Contrariamente al luogo comune che la vede capace esclusivamente di copiare la creatività altrui con prodotti contraffatti, infatti, il Celeste impero non è nuovo a grandi invenzioni e ha dato i Natali a carta, polvere da sparo, porcellana, seta, bussola, orologio, fuochi d’artificio, mongolfiere e molto altro ancora.

Giappone, Europa e ancora Giappone

La crisi poi sembra proprio aver spostato il baricentro mondiale a Est, se per arrivare alla prima azienda statunitense bisogna scorrere la classifica fino all’11° posizione dove troviamo Qualcomm Incorporated in calo di quattro posizioni rispetto al 2007. Prima di lei, nella top ten trionfano le giapponesi grazie a Panasonic in seconda posizione, Toyota in quarta e Fujitsu in decima. Il Sol Levante si conferma così campione nell’innovazione con il leader mondiale tra i costruttore di automobili che continua a puntare su ricerca e sviluppo nonostante affronti la prima perdita operativa nei suoi 70 anni di storia. Sul podio esulta l’Olanda con Philips Electronics medaglia d’argento e ha da festeggiare anche la Germania con Bosch quinta e Siemens sesta, che però ha perso in un anno tre posizioni. Nokia tiene alta la bandiera finlandese dalla settima posizione ed Ericsson quella svedese dalla nona. La monarchia scandinava vanta anche il primato del Paese con il maggior incremento del numero di brevetti depositati (+12,5%). Realtà emergenti come la Corea del Sud hanno un piede in paradiso con Lg (addirittura ottava) e Samsung (19°), ma l’Italia no: nessuna azienda del Belpaese figura tra le prime 50 al mondo.

Meno innovazione per tutti?

I Paesi in via di sviluppo in generale sostengono fortemente l’innovazione e continua ad aumentare il numero delle loro invenzioni. È grazie a questo contributo che complessivamente i brevetti sono in crescita, anche se moderata (con un tasso del 2,4% a fronte di una media degli ultimi tre anni del 9,3%). Infatti, le difficoltà congiunturali hanno fortemente indebolito la spinta innovatrice dei Paesi avanzati, con persino i primi della classe, gli Stati Uniti, che registrano meno brevetti dell’anno precedente (-1%). Ecco quindi che fa la differenza il +12% dei brevetti sudcoreani, il +11,9% di quelli cinesi o il +7,8% di quelli israeliani. Continuano a spingere per un posto tra i grandi innovatori anche India (con 776 brevetti depositati), Singapore, Brasile, Sudafrica, Turchia, Messico e Malesia, ma ancora il primato dei grandi è molto forte con le prime tre economie per numero di brevetti depositati ogni anno (Stati Uniti, Giappone e Germania) che coprono il 61,5% delle domande.

Terra di inventori

Se nessuna azienda italiana riesce a imporsi tra le prime cinquanta per numero di brevetti, il Paese complessivamente si difende abbastanza bene: 12esimo per domande totali depositate, è abbastanza stazionario in questa posizione con un calo delle domande dello 0,2%. Questo risultato non può essere soddisfacente per la patria di Galileo e di Marconi – siamo preceduti da tutti gli altri Paesi del G7 – ma è comprensibile alla luce del nostro tessuto produttivo. Essere nel top 15 senza nessuna azienda tra le prime cinquanta significa avere tutto un pullulare di imprese innovative di medie dimensioni che faticano a comparire nelle classifiche internazionali. Per scoprire quali sono le più combattive dobbiamo rientrare entro il confine delle Alpi e guardare all’ultimo Osservatorio di Unioncamere sui brevetti e marchi che studia le domande pervenute all’European Patent Office tra il 1999 e il 2006. St Microelectronics, l’impresa che apre la classifica italiana è impegnata nell’area tecnologica delle batterie, conduttori e semiconduttori elettrici. Con più di 50 mila dipendenti e un ricavo netto di 9,84 miliardi di dollari nel 2008 è il 5° produttore al mondo di semiconduttori (fonte: dati aziendali). La medaglia d’argento va al Centro Ricerche Fiat che, fondato dal Lingotto nel 1976, oggi ha un organico di 865 dipendenti e controlla il Centro Ricerche Plast-optica Crp di Udine. Ultima sul podio, la Gd di Bologna appartiene al distretto dell’automazione industriale ed è attiva nella produzione di macchine per il packaging. St Microelectronics, Fiat e Gd rappresentano bene i diversi volti dell’impresa in Italia con un’azienda fortemente internazionalizzata (St ha sedi in 36 Paesi), un campione nazionale e una vivace realtà del mondo distrettuale.

Alle frontiere dell’innovazione

L’Italia è grande nell’innovatrice soprattutto di macchine meccaniche, motori e componentistica meccanica; nei processi, macchine e apparecchi per lavorazione di fibre e carta e nei prodotti ed elementi strutturali per costruzioni. Questa specializzazione può essere un ostacolo alla nostra competitività nell’innovazione vista la nostra minore capacità di depositare brevetti in settori caldi come il chimico e quello dell’elettronica e dell’informatica, nei quali eccellono rispettivamente Russia e Giappone, Cina e Canada, e la nostra assenza in altri. Secondo i dati della World economic property organization, infatti, gli ambiti nei quali la brevettazione è più intensa sono le tecnologie mediche (vi rientrano il 12,0% delle domande), informatiche (8,5%) e farmaceutiche (7,9%) mentre i settori che vantano il massimo incremento dei numero di domande sono l’It per il management (+22,7%) e microstrutture e nanotecnologie (+20,7%). Non sorprende quindi quali invenzioni sono ritenute dalla rivista Science le più importanti dell’anno passato: le cellule staminali adulte riprogrammate, che possono trasformarsi in tutti i tessuti del corpo umano; i supertelescopi con cui sono stati osservati direttamente per la prima volta pianeti extrasolari e il sequenziamento genetico di nuove cellule cancerose, ma anche nuovi superconduttori, un metodo per conservare energia e uno per distinguere il grasso buono e cattivo.

5 brevetti mancati che hanno fatto la storia

6.000 a.C.

L’aratro

3.500 a.C.

La ruota, la barca a vela

3.200 a.C.

La scrittura

670 a.C.

La lavorazione del ferro

La Top Ten italiana

1

St Microelectronics

2

Centro Ricerche Fiat

3

Gd Spa

4

Pirelli Pneumatici

5

Pirelli Cavi E Sistemi

6

Telecom Italia

7

Fiat Auto

8

Ausimont

9

Sigma Tau

10

Danieli &C.

Fonte: Osservatorio di Unioncamere sui brevetti e marchi