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Attualità

Google, nessun obbligo di controllo preventivo sui contenuti

Depositate le motivazioni della Corte d’appello di Milano che aveva assolto i manager della divisione italiana dell’azienda da un’accusa di violazione della privacy: un controllo preventivo potrebbe ledere la libertà di espressione o di pensiero

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Manager di Google Italia assolti dall’accusa di violazione della privacy perché l’azienda non può effettuare un controllo preventivo sulla gran mole di dati caricata quotidianamente in Rete. È, in breve, la motivazione con cui la Corte di appello di Milano ha assolto in secondo grado, lo scorso dicembre, alcuni dirigenti del celebre motore di ricerca (ormai approdato in numerosi campi del mercato mobile) in seguito alle accuse esplose all’indomani di un filmato caricato nella sezione video di Google, che ritraeva un minorenne disabile maltrattato dai compagni di scuola. Nelle motivazioni – appena depositate – la Corte spiega che il Web non può essere una “sconfinata prateria” dove “tutto è permesso e niente può essere vietato”; al tempo stesso si sottolinea come un gestore di servizi via Web (in questo caso Google) non possa effettuare una “verifica preventiva di tutto il materiale immesso dagli utenti”; si rischierebbe, infatti, di ledere la “libera manifestazione del pensiero”.Secondo i giudici spetta a chi carica il video o le immagini sul Web “l’obbligo di acquisire il consenso al trattamento dei dati personali”, ribaltando in pratica la sentenza di primo grado che aveva portato a condanne per sei mesi.