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Giustizia italiana lenta, un danno da 18 miliardi di euro

Per una sentenza civile di primo grado si attendono in media 590 giorni, otto anni per la Cassazione. Tra i problemi l’enorme arretrato di contenziosi. Ecco quanto il Paese potrebbe beneficiare se si considerassero i tribunali come delle aziende…

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La lentezza della burocrazia e del sistema giudiziario italiano scoraggiano gli investimenti diretti stranieri in Italia, per un danno pari a quasi l’1% del Pil. La stima è del rapporto dello Studio Ambrosetti, anticipato dal Corriere della Sera e che sarà presentato il 5 e 6 settembre a Cernobbio.

590 GIORNI PER UNA SENTENZA CIVILE. Oggi infatti la risoluzione di una sentenza civile di primo grado richiede qualcosa come 590 giorni. Se la media scendesse a 295 giorni, gli investimenti potrebbero crescere di 18 miliardi di euro (quasi 1,7% del Pil) e se, addirittura, si allineassero alle tempistiche tedesche, pari a 183 giorni, schizzerebbero a 25 miliardi. A voler essere più realisti, stimando un miglioramento di soli sei giorni nella risoluzione delle sentenze civili, la differenza si vedrebbe: il Pil pro capite aumenterebbe del +0,58%, ossia di 129 euro l’anno a testa.

UN ENORME ARRETRATO DA SMALTIRE. Il cambio di passo, sebbene arduo, non è possibile. Stando al rapporto, l’Italia è tra i Paesi meno litigiosi d’Europa e i nostri giudici non battono certo la fiacca, se si considera che sono quotidianamente alle prese con 3,66 milioni di contenziosi arretrati, di cui il 30% aperti da oltre tre anni. Tra l’altro gli uffici giudiziari italiani sono i primi in Europa per numero di cause risolte in un anno. Il problema è che l’arretrato da smaltire è troppo elevato e i meccanismi della burocrazia non certo snelli.

LA PROPOSTA. “Data l’alta produttività, è vero che dai giudici non si può esigere di più rispetto a quello che essi fanno”, spiegano gli analisti dello Studio Ambrosetti, “ma si può pretendere, tramite i dirigenti degli uffici, un metodo di lavoro diverso da quello passato”. La proposta è di iniziare a concepire i tribunali come delle aziende, con tanto di premi di produzione, best practice, approccio pro-business. Quel che è certo è che i tempi vanno velocizzati. Se una causa civile di primo grado porta via 590 giorni, per la Cassazione si può addirittura arrivare a otto anni (contro la media Ocse di 788 giorni), a dispetto del tetto di sei anni fissato dalla Legge Pinto.

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