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Attualità

Disastri nucleari, gli effetti delle radiazioni sull’uomo

Da Chernobyl nel 1986, al ben più recente incidente di Fukushima. Ecco cosa può accadere in seguito a una lunga esposizione di radiazioni

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I sintomi più lievi sono la diminuzione temporanea dei globuli bianchi che, solitamente, si verifica in seguito a un’ora di esposizione a radiazioni tra 0,1 e 0,5 Sievert*, con un avvelenamento radioattivo lieve i sintomi sono nausea, vomito e depressione del sistema immunitario, mentre un avvelenamento radioattivo grave (3 Sievert) provoca la morte della metà dei pazienti in meno di 30 giorni. Sopra i 6 Sievert la morte è certa in assenza di terapie drastiche come il trapianto di midollo osseo. Con il disastro nucleare del Giappone nella centrale di Fukushima, recentemente paragonato a quello di Chernobyl del 1986, cresce la paura nucleare e l’agenzia Ansa ha realizzato una scheda con i principali effetti dell’esposizione alle radiazioni sull’uomo:

Effetti a breve termine o probabilistici. Secondo le tabelle internazionali, i primi effetti sulla salute si hanno con un’ora di esposizione tra 0,1 e 0,5 Sievert, che causa una diminuzione temporanea dei globuli bianchi. Da 1 a 2 Sievert si ha invece un avvelenamento radioattivo lieve, con nausea, vomito e depressione del sistema immunitario. L’avvelenamento radioattivo grave si ha invece con un’esposizione di 3 Sievert, che comporta la morte del 50% dei pazienti entro 30 giorni. Sopra i 6 Sievert invece la mortalità è del 100% in assenza di terapie drastiche come il trapianto di midollo osseo. Effetti a lungo termine o stocastici. Per quanto riguarda i danni a lungo termine, quelli più difficili da quantificare, le radiazioni danneggiano il Dna delle cellule, provocando tumori e danni a carico dell’apparato riproduttivo. Uno dei tumori più frequenti è quello della tiroide, il cui rischio può essere minimizzato somministrando tavolette di iodio subito dopo l’esposizione. Anche il midollo osseo è particolarmente sensibile alle radiazioni, e le leucemie sono tra le patologie più comuni.

Le dosi naturali ‘tollerate’. Per quanto riguarda le esposizioni alle radiazioni a lungo termine, 2 milliSievert l’anno è la dose che normalmente si riceve per effetto delle radiazioni naturali, mentre l’equipaggio di un aereo che fa la spola tra Tokyo e New York riceve 9 milliSievert. Per quanto riguarda l’esposizione professionale, il limite di legge è 50 millisievert l’anno, che per le squadre di soccorso che operano a Fukushima è stato elevato a 150 milliSievert l’anno. Una dose di 100 milliSievert l’anno è quella minima a cui è stato associato l’aumento dei tumori, mentre nel caso di Chernobyl sono stati allontanati definitivamente dalle loro case gli abitanti che rischiavano un’esposizione di 350 milliSievert per tutta la durata della vita.

* L’unità di misura Sievert (Sv)

Dal nome del radiologo svedese R. M. Sievert, è l’unità di misura, nel sistema internazionale, della dose biologicamente efficace di radioattività. Si tratta della dose assorbita di qualsiasi radiazione ionizzante avente la stessa efficacia biologica di 1 gray (unità di misura indicante la quantità di raggi X che cede 1 joule di energia a ogni kg di materia attraversata). Sostituisce l’unità rem, di cui è 100 volte maggiore. (Fonte: Enciclopedia Treccani)