Attualità
Oggi siamo pessimisti e diffidenti. Come la crisi ha trasformato l’Italia
Abbiamo perso fiducia nell’Europa, temiamo l’immigrazione, non crediamo più nella modernizzazione: in dieci anni abbiamo perso molte convinzioni
Pessimisti, diffidenti, incattiviti. È così che sono diventati gli italiani dopo la crisi iniziata nel 2008. Oggi, dunque, nulla è più uguale a dieci anni fa. A scattare la fotografia del prima e del dopo è stato l’istituto di ricerca Swg che ha analizzato i trend e le dinamiche del mercato, della politica e della nostra società, riportati poi nel libro “In modo diverso. 1997-2017: come è cambiata l’opinione pubblica italiana” di Enzo Risso e Maurizio Pessato. Innanzitutto, si è sgretolato il sogno di un continente unito: se all’inizio del millennio la fiducia nell’Europa e nell’adesione dell’Italia all’Unione era altissima, con il 70% delle persone favorevoli, nel 2017 è crollata al 18%. Inversione di tendenza anche sulla questione immigrazione. Nel 2007, infatti, il 47% degli italiani vedeva di buon occhio l’arrivo di immigrati nel nostro Paese (considerando aspetti come lavoro, criminalità e possibilità di voto), mentre a distanza di dieci anni il 65% dei nostri connazionali mostra un atteggiamento di chiusura verso gli stranieri. Lo stesso si è verificato con l’Islam: un decennio fa il 38% di noi aveva una visione di apertura verso l’Islam, oggi solo 28% non pensa che sia sinonimo di terrorismo.
Dopo la crisi del 2008, è aumentata la contestazione verso temi e valori tradizionali come la modernizzazione, il controllo del futuro e la Chiesa. Pesanti anche le ripercussioni a livello sociale: gli italiani che si sentono esclusi dal contesto sociale ed economico sono passati in dieci anni dal 49 al 68%, mentre quelli ottimisti e fiduciosi, che sentono di essere in possesso degli strumenti giusti per governare la propria esistenza e credono di poter cambiare in meglio il proprio futuro si è ridotta dal 44 al 26%. “L’opinione pubblica si esprime in maniera diametralmente opposta al passato. La percezione degli italiani si è ribaltata: nel 2002 il 61% pensava che il privato avrebbe portato vantaggi a tutti, poi dopo il crac della Lehman Brothers del 2008, questo dato è mutato fino ai giorni nostri quando quell’opinione è condivisa dal 39% delle persone” ha commentato Enzo Risso.Ci sono state, però, anche delle aperture: sulle tematiche ambientali, per esempio, ma anche su eutanasia, omosessualità e convivenza.