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Sostenibilità & Innovazione

Cop28: accordo storico (senza svolta). L’intesa sul clima in 6 punti

architecture-alternativo Credits: Photo by Fadel Dawod/Getty Images

Si parla di accordo storico, perché è la prima volta in 28 anni di negoziati dei rappresentanti alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop) si è arrivati a un impegno a porre fine all’utilizzo di petrolio, gas e carbone. Alla Cop28 non c’è stata, però, la svolta attesa, perché per raggiungere tale intesa è stato necessario scendere a compromessi con i principali Paesi produttori di gas e petrolio, come gli stessi Emirati Arabi Uniti, che hanno ospitato l’appuntamento del 2023.

Cop 28: l’accordo di Dubai

La soluzione non è quella auspicata dall’Unione europea e da oltre 100 Paesi della Cop28, che puntavano a un impegno esplicito ad abbandonare (phase out) i combustibili fossili, seppure gradualmente. Combustibili fossili che sono responsabili del 75% dei gas serra e forniscono ancora l’80% dell’energia globale.

Nel testo approvato ieri, invece, si parla di una “transizione fuori” (transition away) dalle fonti considerate più inquinanti. Sfumature, che permettono di concludere la Cop28 con un testo che parla di una “transizione” dai combustibili fossili in modo “giusto, ordinato ed equo”, ma che permette una libera interpretazione da parte dei Paesi più restii ad abbandonare petrolio e gas. Il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita, Abdulaziz bin Salman, ha accettato l’accordo ma in un’intervista ha precisato come “la questione dell’abbandono immediato e graduale dei combustibili fossili è stata seppellita”, perché i Paesi saranno “liberi di fare le proprie scelte”. 

L’intesa della Cop28 in 6 punti

  • Combustibili fossili (gas, petrolio e carbone)
    Come accennato, per la prima volta in quasi 30 di negoziati, la Cop fissa un impegno comune a una transizione dai combustibili fossili nei sistemi energetici, in modo giusto, ordinato ed equo con l’obiettivo di raggiungerne “l’azzeramento netto entro il 2050”.
  • Energie rinnovabili da triplicare
    Non sarà semplice, ma le nazioni partecipanti alla Cop28 si impegneranno a triplicare la capacità di energia rinnovabile a livello globale entro il 2030. Come riportato su Il Sole 24 Ore, per raggiungere questo obiettivo l’Agenzia internazionale per l’energia ha calcolato che sarà necessario più che raddoppiare gli investimenti del 2022, fino a superare i 1.200 miliardi di dollari all’anno dal 2030.
  • Cattura e stoccaggio della CO2
    L’Agenzia internazionale per l’energia la considera una tecnologia acerba e costosa, ma interessa particolarmente i Paesi produttori di petrolio e le multinazionali del settore. Si tratta del processo Ccs (cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica), che dovrebbe permette di continuare a bruciare fonti fossili ripulendo le emissioni. Attraverso questo processo, infatti, l’anidride carbonica (CO2) verrebbe catturata e destinata ad altri usi o conservata nel sottosuolo.
  • Ridurre il metano nell’atmosfera
    Non solo anidride carbonica. L’accordo di Dubai impegna i Paesi a ridurre entro il 2030 le emissioni di metano, il secondo gas serra dopo la CO2, ma con una capacità molto più elevata di alterare il clima.
  • Il fondo Loss&Damage
    Molto apprezzato dai Paesi a basso reddito e tra gli accordi che hanno richiesto meno contrattazioni tra i Paesi della Cop28. Il fondo Loss&Damage, pensato per risarcire le nazioni più vulnerabili dai danni causati dai disastri climatici, era già stato definito lo scorso anno, ma mancavano i dettagli operativi. Il fondo sarà lanciato nel 2024 e sarà ospitato dalla Banca Mondiale per i primi quattro anni. Finora a raccolto oltre 700 milioni di dollari, non abbastanza per ripianare i danni attuali.
  • Più fondi per l’adattamento
    Nell’accordo di Dubai si richiama anche l’impegno a raddoppiare i fondi internazionali per l’adattamento dal 2025: investimenti e misure necessarie per limitare i danni causati dal cambiamento climatico. I Paesi a basso reddito chiedono che siano le nazioni industrializzate, le più responsabili dell’inquinamento globale, a farsene maggiormente carico.