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Fiat, Marchionne raddoppia: ora contratto a Melfi e Cassino

Dopo il sì a Pomigliano e Mirafiori, il manager del lingotto rilancia anche sugli altri stabilimenti. “Non c’è alternativa” spiega e promette “salari più alti e azioni agli operai”. Proteste della Fiom? “Un capolavoro mediatico mistificando la realtà, ma non c’è riuscita”

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Non lascia, ma raddoppia perché “non c’è altra alternativa”. A tre giorni dal sì dei lavoratori di Mirafiori al nuovo contratto proposto da Fiat, l’amministratore delegato Sergio Marchionne spiega in un’intervista sul quotidiano la Repubblica le prossime mosse del Lingotto. La prima sarà quella di estendere il nuovo contratto anche agli stabilimenti di Melfi e Cassino. “Non c’è alternativa – spiega Marchionne – Non possiamo vivere in due mondi. Io spero che, visto l’accordo alla prova, non vorranno vivere nel secondo mondo nemmeno gli operai. L’intenzione è quella di migliorare il costo di utilizzo degli impianti per aumentare i salari ai dipendenti che potranno avere una partecipazione degli utili dell’azienda. “Fatemi migliorare il costo di utilizzo degli impianti e alzerò i salari – assicura l’ad Fiat – Possiamo arrivare al livello della Germania e della Francia. Io sono pronto”. Sulla partecipazione degli utili spiega, “prima di parteciparli, gli utili dobbiamo farli”.

Marchionne contro la Fiom. “Il contratto non si tocca”Dopo il voto arriva anche l’accusa al sindacato Fiom che, secondo l’amministratore delegato del Lingotto “ha costruito un capolavoro mediatico mistificando la realtà, ma non c’è riuscita. Sono convinto che le nostre ragioni siano ottime, ma non sono riuscito a farle diventare le ragioni di tutti. Mi sembrava chiaro: io lavoratore posso fare di più se mi impegno di più, guadagnando di più. E invece – cotninua – ha preso spazio la tesi opposta, il diritto semplicemente ad avere”. Sulla possibilità di rivedere l’intesa dopo il referendum di Mirafiori, Marchionne è chiaro. “Le urne hanno detto che il sì ha avuto la maggioranza. Il discorso è chiuso, anche se dentro quella maggioranza molti cercano il pelo nell’uovo. Ci sono due voti che mi preoccupano: quello di chi ha votato no su informazioni sbagliate e quello di chi ha votato sì per paura. Voglio convincerli, spiegare chi sono”.

“Investimento Mirafiori e Pomigliano di pessima qualità, ma voglio crederci”Nell’intervista il numero uno della Fiat rispedisce al mittente l’accusa di non credere a Torino. “Non ho mai fatto un investimento di così pessima qualità per l’azienda come quelli di Mirafiori e Pomigliano. Questo vuol dire crederci. Bisognerà abituarsi al fatto che avremo più teste, a Torino, a Detroit, in Brasile, in Turchia, spero in Cina. Ma un cuore solo. Così rimarranno vive quelle quattro lettere del marchio Fiat. Vediamole. Fabbrica: produciamo ancora, vogliamo produrre di più. Italiana: siamo qui e non vendiamo nulla. Automobili: resta il cuore del business. Torino: se ha dei dubbi, apra la mia finestra e guardi fuori”.

“Vendere l’Alfa? Fossi matto, negli Usa farà il botto”Vendere l’Alfa Roma, magari a Volkswagen? “Fossi matto – risponde Marchionne – è roba nostra. Grazie a Chrysler l’Alfa arriverà in America, con una rete di 2 mila concessionari, e farà il botto”.

Credits Images:

Sergio Marchionne