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Draghi sprona l’Italia: si stenta da 15 anni, servono riforme coraggiose

Giovani avviliti dal mercato del Lavoro, salari di ingresso fermi da oltre dieci anni. Crisi Nord Africa è un rischio, l’aumento del petrolio incide per lo 0,5% del Pil in tre anni

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Serve coraggio per dare la spinta giusta a un Paese che “stenta da 15 anni”. È l’appello lanciato da Mario Draghi che sottolinea la necessità di avviare “riforme coraggiose capaci di spronare le aspettative di imprese e famiglie e un mercato del Lavoro dei giovani al momento ingessato tra un minimo di mobilità da un lato e un massimo di precarietà dall’altro”. Per il governatore della Banca d’Italia bisogna avviarsi sulla strada del risanamento dei conti pubblici e del contenimento della spesa corrente anche oltre il 2012, perché”non si può agire su altri fronti per allentare la pressione fiscale, che resta di oltre tre punti superiore alla media Ue”. Un carico di tasse che deve essere ridotto con l’eventuale arrivo di risorse dalla lotta all’evasione, da cui trarre alimento anche in vista dell’applicazione del federalismo fiscale per compensare a livello centrale eventuali aumenti del prelievo decentrato. Sul fronte del mercato del Lavoro Draghi sottolinea la frustrazione dei giovani il cui tasso di disoccupazione sfiora il 30% e i salari di ingresso nel mondo del Lavoro sono fermi in termini reali da oltre 10 anni”. Il governatore avverte poi che il rischio che arriva dalla crisi in Nord Africa è reale perché “nella nostra economia un aumento del 20% del prezzo del petrolio determina ceteris paribus (ovvero non tenendo conto di tutti gli altri elementi negativi) una minor crescita del Pil di mezzo punto percentuale nell’arco di tre anni”. E per far lievitare la ripresa il candidato al ruolo di presidente Bce consiglia alcuni ingredienti: un assetto normativo ispirato pragmaticamente all’efficienza del sistema, riduzione dell’onerosità degli adempimenti burocratici, istruzione, sostegno alla crescita dimensionale delle imprese. In quest’ultimo caso, suggerisce Draghi, ”un sistema fiscale con meno evasione e aliquote più basse favorirebbe la decisione di aumentare le dimensioni delle aziende. L’Italia dispone di grandi risorse, ha molte aziende, gente laboriosa – conclude Draghi – quindi può farcela ad evitare il perdurante ristagno dei redditi reali delle famiglie” e salari d’ingresso dei giovani sul mercato del lavoro, in termini reali, fermi da oltre 10 anni su livelli al di sotto di quelli degli anni Ottanta