Connettiti con noi

People

Sicurezza di lusso

Da oltre cento anni l’azienda di San Martino Buon Albergo, nel veronese, ha trasformato la tutela dei preziosi in un’arte, proponendo continue novità. L’ultima in ordine di tempo? Casseforti che rappresentano veri e propri oggetti di arredamento

architecture-alternativo

Dietro al successo delle casseforti Conforti si nasconde l’intraprendenza di un ragazzo. Era il 1912 quando l’allora ferroviere Silvio Conforti, poco più che ventenne, decise di iscriversi al concorso d’arte meccanica indetto dal nobile Ignazio Weil Weiss. Alla competizione, portò un forziere di sua ideazione: in acciaio satinato a mano, presentava dei decori in stile Art Nouveau che, grazie al sapiente gioco di tralci e di fiori, nascondevano l’apertura della cassaforte. L’opera lasciò tutti a bocca aperta e si rivelò l’inizio di un’epopea imprenditoriale, destinata ad attraversare la storia d’Italia. Il premio – 450 lire, un capitale per l’epoca – permise, infatti, a Conforti di lasciare le ferrovie, farsi le ossa nella fabbrica di casseforti torinese Pistono, per poi mettersi in proprio. Da allora sono passati oltre cent’anni di esperienze commerciali, svariati brevetti e quattro generazioni: il successo è stato tale da convincere figli, nipoti e pronipoti a portare avanti il sogno di Silvio Conforti. Coinvolgendo anche i generi. Attualmente, infatti, la società vede al lavoro, oltre al presidente Leopoldo Conforti, sia due delle figlie di Leopoldo e del fratello Gianfranco (da poco venuto a mancare) sia due dei rispettivi mariti. Uno di loro è Luigi Rubinelli che è passato alla guida della R&S, sedotto da questa avventura centenaria.

Conforti ha saputo costruire un business su un concetto relativo, quello di sicurezza. Da dove partire? La sicurezza non è un calcolo matematico, né una situazione standard. È soprattutto uno stato mentale. Per questo, non ci limitiamo mai a registrare un ordine: al cliente chiediamo quale sia la sua idea di sicurezza, come è strutturato l’ambiente che vuole proteggere e quale siano le finalità. Dopodiché proponiamo un progetto a 360°. E questo è uno dei nostri valori aggiunti: la qualità della sicurezza declinata in soluzioni che difficilmente si esauriscono con la singola cassaforte. Forniamo tutti gli strumenti che possono creare un ambiente sicuro, su misura, in relazione alle proprie esigenze.

Solo una realtà centenaria, come quella di Conforti, poteva riuscire in un’impresa simile: dare vita a un museo di chiavi e serrature d’epoca. Oltre 600 i pezzi storici in mostra, di cui almeno un centinaio unici, che attraversano la storia d’Italia. Allestita all’interno della stessa sede veronese dell’azienda, presso San Martino Buon Albergo. Il museo è visitabile tutto l’anno, su prenotazione.

Le casseforti vengono, quindi, proposte in abbinamento a un sistema d’allarme e di videosorveglianza?Assolutamente: casseforti e sistemi di sicurezza devono andare a braccetto. Ma questi, a loro volta, vengono dimensionati in funzione di altri parametri fondamentali, ossia l’accessibilità dell’ambiente e i tempi di intervento. Quando si mette in sicurezza un ambiente, bisogna ragionare a ritroso, partendo dalla domanda: «In caso di un’intrusione, quanto tempo ci vuole perché qualcuno intervenga? Trenta minuti, un’ora, due?». Sulla base di questa risposta, si va a dimensionare la struttura resistente. Non a caso, la normativa che regolamenta le casseforti prevede 14 gradi di sicurezza. Non c’è nulla che possa resistere all’infinito.

Nel vostro campo il settore Ricerca & Sviluppo, che lei guida, è strategico. Quali fronti presidiate in particolare?Il primo è la struttura fisica: siamo in continua evoluzione con i materiali e soprattutto con le tecniche di attacco. Per ottenere la certificazione le casseforti devono essere portate in laboratori appositi dove vengono distrutte. L’altro filone è l’elettronica, soprattutto quella gestionale della sicurezza. Negli ultimi 25 anni abbiamo lavorato molto sulle procedure, sviluppando delle tecnologie elettroniche per il controllo dei mezzi forti, in grado di gestire e misurare le attività di routine. In un supermercato, per esempio, gli operatori sono almeno una ventina ed è necessario sapere chi fa cosa, come e dove. È un’importante operazione di dissuasione e prevenzione.

Quali sono i vostri brevetti più recenti?Uno dei problemi della sicurezza è la fruibilità: se un sistema è difficile da usare, finisce che i preziosi restano fuori. Da qui, l’idea del cassetto blindato installato nello zoccolo della cucina, ancorato al pavimento e ben nascosto. Per aprirlo basta digitare il pin sul comando della tv. Un altro brevetto è la cassaforte gas proof: per detonare le casseforti su strada, i ladri insufflano dentro del gas. Con le nostre, questo non è più possibile.

Hanno fatto molto parlare di sé anche le vostre casseforti di lusso…Si tratta di prodotti sartoriali che, oltre a essere funzionali, sono dei veri e propri oggetti di arredamento. Vengono realizzati su misura, tant’è vero che in questo caso non esiste nemmeno un listino: il cliente può decidere materiali, serrature, esposizione dei cassetti, spazi particolari… Vengono realizzati rigorosamente da artigiani italiani, maestri del lavoro.

Questo vi ha spalancato le porte del mercato internazionale?Esattamente. Se i committenti delle casseforti tradizionali sono soprattutto esercizi commerciali, nel caso di quelle di lusso il 90% sono privati e stranieri. Lavoriamo molto con i Paesi arabi e la Russia, e abbiamo avviato dei contatti in Cina, con buoni riscontri.

Qual è il prezzo base di una cassaforte di lusso?Si parte dai 10 mila euro.

Chiavi in mostra