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Lifestyle

Travel essentials

Colori neutri e tessuti naturali per calzoni e camicie, fibre tecniche per il capospalla, scarpe adeguate alla destinazione. Comfort e stile possono essere ottimi compagni di viaggio

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Filosofo del nomadismo, Chatwin sapeva bene cosa mettere in valigia per garantirsi il comfort, pur senza apparire mai trasandato. Le foto lo restituiscono sempre in tenuta pratica ma appropriata e sobria, anche in cima a una vetta o in mezzo a un deserto, dal maglione a collo alto alla sahariana tinta sabbia: sempre all’altezza della situazione. Un minimo di stile infatti non guasta mai, e non parliamo solo delle trasferte di lavoro, per le quali servono gli stessi capi che si usano in città, con l’accortezza di sceglierli in base al clima cui si va incontro. In genere le circostanze più insidiose e impreviste, anche in termini di abbigliamento, si creano durante le vacanze, ma con una buona organizzazione e un po’ di disinvoltura si può evitare ogni disagio. La prima regola è la semplicità: colori classici come blu, beige, verdone, kaki, anche accesi ma facilmente abbinabili, e tessuti naturali come cotone e lino se si va verso l’estate, sono alleati che non tradiscono, fatta eccezione per le giacche che possono essere di fibra tecnica per una maggiore robustezza e impermeabilità. Scarpe comode di materiale leggero ma protettivo e indeformabile, trolley (o zaini compatti) e occhiali da sole sono gli accessori imprescindibili, oltre a un notebook o una moleskine se si vuol tenere un diario di viaggio e la connessione internet non è garantita. L’essenzialità è fondamentale: non è più possibile viaggiare con un treno di bauli al seguito, e altrettanti servitori, come Lord Evandale di Theophile Gaultier che nel deserto egiziano si vestiva come quando passeggiava sui marciapiedi del West End. Quindi niente abbondanze superflue: al viaggiatore non servono valigie più grosse di lui ma un bagaglio agile, intelligente e multitasking, preferibilmente a mano, anche per trasferte fino a dieci giorni. Un esempio efficace in questo senso è la capsule collection pensata dal designer Tom Dixon per Adidas, una sorta di kit di sopravvivenza per una settimana lontano da casa. «L’idea», ha spiegato Dixon, «è nata dalla mia personale esperienza nelle trasferte all’estero e dagli inconvenienti correlati: mi capitò di passare da Milano per il Salone del Mobile e, non trovando posto in albergo, dovetti dormire su una panchina del parco. Nasce da qui il parka imbottito che si trasforma in sacco a pelo». Oltre a questo capo estremo, non necessario al viaggiatore ben organizzato con le prenotazioni, la linea prevede felpe ultralight, cappotti che diventano shorts, giacca o pantaloni a seconda della necessità, scarpe pratiche. Il tutto riponibile in una sacca, addirittura meno di un trolley da cabina.

PIÙ DI UN DETTAGLIO

Non solo oggetti funzionali ma complici nel definire il look e l’identità di chi li indossa, gli occhiali da sole sono molto più di un dettaglio. Attenzione, dunque, a scegliere la forma adatta al proprio viso ma anche al proprio stile: per gli amanti dell’understatement si può scegliere la nota collezione Clubmaster di Ray-Ban, con il primo modello pieghevole in acetato nero lucido e tartaruga a sei cerniere, oppure lo stile rétro del modello Timeless Elegance di Hugo Boss, occhiale in metallo con lenti nere, grigie o azzurre, che gioca sul contrasto lucido-matt degli elementi e si differenzia per il dettaglio dei rivetti posti sul frontale e nella parte iniziale delle aste. Non è necessario affrontare esplorazioni polari per giustificare l’uso di materiali sempre più avanzati tecnologicamente; si può essere anche Web surfer per indossare occhiali con frontale ultra piatto e lenti colorate o a specchio, come nel modello 5012/S di Carrera o le linee morbide, più sottili e più flessibili del nylon grazie al trattamento Superflex proposto dai modelli di Italia Independent. Per i più “giudiziosi” sono perfetti i modelli come TH 1253/S di ispirazione preppy con lavorazioni traforate sulle aste di Tommy Hilfiger in svariati abbinamenti di colore e gli esclusivi occhiali con aste ricoperte di velluto e dettagli in metallo placcato oro di Giorgio Armani. A chi infine affronta la metropoli o l’ufficio come un’avventura quotidiana Prada modello De Luxe (della collezione speciale Cast) propone una montatura inusuale dalle forme squadrate e nettamente tagliate nella parte inferiore, in colori opachi e nero marmorizzato.

La preparazione della valigia è poi un discorso a parte, sul quale esistono principi sintetizzabili in poche istruzioni: scarpe e beautycase sotto, maglie e camicie sopra, per ultimi calzoni e giacche, da piegare il meno possibile. Per affinare la tecnica può essere utile vedere George Clooney in Tra le nuvole (film del 2009 di Jason Reitman), che in dieci minuti impacchetta un guardaroba perfetto in una valigetta minuscola: si tratta però di un tagliatore di teste, un professionista del licenziamento abituato a ridurre tutto al minimo, concedendosi però alberghi a cinque stelle con servizio concierge e lavanderia. Un uomo e una vita che pochi potrebbero o vorrebbero prendere come esempio. Glenn O’Brien, giornalista e scrittore entrato nella top ten degli uomini più eleganti d’America secondo GQ Magazine, ha pubblicato una guida allo stile (Essere uomo, Piemme, Milano 2012) in cui osserva come molto sia cambiato da quando in Prigionieri del cielo (film del 1954) i passeggeri dell’aereo viaggiavano in abito formale. «Oggi non si vedono che tute da ginnastica», spiega, «non solo a causa della volgarizzazione della società, ma anche perché volare è diventato fisicamente più impegnativo. Io cerco sempre di vestirmi nel modo più civile possibile. Una polo o una maglia leggera viaggiano meglio dei maglioni di lana. I pantaloni con un po’ di lycra aiutano a prevenire fastidi e piedi addormentati. Indosso sempre delle comode pantofole (i mocassini di velluto), così se arrivo a Heathrow con i piedi misura quarantotto invece del solito quarantasei non sono costretto a scendere dall’aereo scalzo». Se il criterio della comodità fosse l’unico da tenere presente per comporre il proprio travel kit tutti saprebbero benissimo cosa infilarci: il punto è, sembra dire O’Brien, che la vecchia tuta, tanto comoda ma sformata, può andare benissimo per un giovane miliardario della new economy come Mark Zuckenberg, cofondatore e amministratore delegato di Facebook, meno per un manager di età più adulta che desidera avere un buon aspetto anche se viaggia da due giorni senza dormire. Non si tratta di essere sempre in giacca e cravatta, come dimostra Sergio Marchionne con il suo maglione buono per ogni occasione, ma di conciliare il comfort con il decoro e magari con un po’ di stile. Anche in un paese sconosciuto, tutto sommato, è meglio fare una buona piuttosto che una cattiva impressione, tanto più se la destinazione è una metropoli occidentale o una città d’arte in cui si potrebbero presentare occasioni di business anche durante una vacanza. Basta poco per ottenere questo risultato: un paio di jeans timeless e non influenzati dalle mode adolescenziali, una maglia o uno sweater in fibra naturale, un capo spalla leggero e impermeabile di buona fattura, una giacca in lino o cotone, in tinta chiara, per l’eventuale pasto al ristorante.

Basilari un paio di scarpe confortevoli, mocassini o polacchini che siano, oppure le urban sneakers in colori e forme adatte al cammino e non all’attività agonistica. Per esempio le calzature progettate per la strada come pneumatici da Pirelli Pzero, caratterizzate dalle suole con il disegno dei battistrada. Il numero di cambi di biancheria da prevedere, infine, dipende dalla durata della vacanza e dalla presenza o meno di lavanderie e ferri da stiro, sempre ricordando che né una camicia né una maglietta, per non parlare dell’underwear, vanno mai indossate per più di un giorno. Ognuno ha le sue manie e idiosincrasie in fatto di comodità – Richard Nixon, per esempio, indossava un completo formale scuro e scarpe allacciate anche per camminare sulla spiaggia – ma in genere questo guardaroba di base funziona per chiunque. Ai calzoni in denim, oppure in cotone o canvas, si può abbinare anche un blazer, una felpa o un lupetto leggero. Sconsigliata invece dai manuali d’abbigliamento maschile è la t-shirt, che dopo qualche ora facilmente diventa uno straccio, a favore piuttosto di una polo o una camicia con collo aperto alla coreana, le preferite dagli attori inglesi come Jeremy Irons o scozzesi come James McAvoy, che raramente cedono alla manica corta, piuttosto arrotolano quella lunga. Un paio di bermuda può essere necessario se il clima è veramente caldo, ma non nei luoghi chiusi o al ristorante, ed è meglio evitare i calzoni tagliati a metà polpaccio, i cosiddetti “pinocchietti”, che accorciano le gambe di chiunque. Le camicie in fantasie hawaiane, va da sé, sono accettabili solo alle Hawaii, e nemmeno su un’isola deserta è ammesso il costume da bagno tipo slip anni ’80, ma sempre a calzoncino. Quanto alle scarpe, meglio lasciare a casa le Oxford allacciate e portare con sé i mocassini, le scarpe da barca e i sandali, se si va al mare (tutti indossabili senza calze); scarponcini pesanti se si va in montagna. Le infradito sono perfette in camera e in spiaggia, ma non altrove. Last but not least, un buon paio di occhiali da sole può fare la differenza, perché consente di aprire lo sguardo su luci e spazi più ampi di quelli abituali tra le quattro mura di casa e ufficio. Fu proprio per curare una grave malattia agli occhi che l’oculista consigliò a Bruce Chatwin di cercare «più vasti orizzonti» staccandosi dall’osservazione minuziosa dei quadri cui era costretto nel suo lavoro da Sotheby’s: da quella prescrizione medica iniziarono le sue avventure e il suo successo. Saper guardare è una forma di conoscenza perché, sosteneva lo scrittore, «Il viaggio non soltanto allarga la mente: le dà forma». Quindi meglio scegliere un buon paio di lenti prima di partire.

COMODI CON STILE

Per qualsiasi avventura on the road le scarpe comode sono un fattore essenziale. Il comfort, infatti, è una premessa fondamentale di riuscita nell’impresa del look per viaggiatori moderni che dagli accessori quotidiani esigono prestazioni e stile senza mezze misure. Non a caso Gucci ha dedicato un’intera collezione al tema, Gucci Viaggio, modellandola sul lifestyle moderno e coniugando stile e comfort, senza tuttavia tradire gli irriducibili del luxury style che, con la collezione Cruise, sempre di Gucci, soddisfano esigenze più raffinate: ne sono esempio le sneakers basse in paglia con profili in coccodrillo. Elaborata l’eredità dall’ambito sportswear, le sneakers si sfidano a colpi di design, come nella collezione Jarama di Momodesign, realizzata in due versioni in pelle o in Lycra con suola a battistrada e colori istituzionali cui si aggiunge il giallo sole o nelle raffinate Hogan lucide, perfette anche nelle situazioni più formali. Church’s innova mantenendo fede a una eleganza di matrice classica con la stringata in pelle di vitello color cobalto e fondo in gomma multicolor, ma per chi alle lunghe camminate preferisce l’affidabilità delle quattro ruote non mancano le classiche car shoe con gommini firmate Tod’s, declinate nelle nuance primaverili. Attrezzarsi per il viaggio, metropolitano per i più oppure esotico, richiede però anche una meticolosa preparazione che non può prescindere dalla scelta di sacche, tracolle e trolley funzionali allo scopo, accessoriate e resistenti. Contenitori mobili pensati in dimensioni da cabina e concepiti non solo per il trasporto dell’abbigliamento, ma anche degli indispensabili strumenti elettronici, come nei modelli della linea Wall Street di Fpm (Fabbrica Pelletterie Milano), o come nel pratico modello di Rimowa, che scorre su un sistema brevettato di ruote su cuscinetti a sfere Multiwheel e si caratterizza per l’eleganza e la resistenza del guscio esterno in policarbonato. Con un aspetto più sportivo si propone il trolley di Eastpak su ruote con impugnatura telescopica a scomparsa, dotato di cinghie laterali di compressione, doppio comparto interno e tasca anteriore con cerniera. Le esigenze dei globtrotter attuali però sono soddisfatte anche dal design innovativo di sacche, zaini o tracolle, come quelle hi-tech realizzate con processo di temosaldatura in tessuto leggero, resistente e impermeabile con tagli a vivo della linea Hub di MomoDesign o gli zainetti in neoprene dalla forte adattabilità e capienza della linea Cosmopolitan dello stesso brand.

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John Kennedy sul suo aereo privato durante la campagna presidenziale