Connettiti con noi

Lifestyle

L’eleganza artigiana delle scarpe Fanga

Rendere cool un mestiere quasi dimenticato, elevandolo al pari di quello dei grandi chef, riscoprire e tramandare la nostra tradizione calzaturiera realizzando prodotti davvero esclusivi. È la missione dell’impresa di Bruno Riffeser Monti e Lorenzo Fusina

architecture-alternativo

La scintilla per realizzare la scarpa made in Italy per eccellenza scatta durante un corso a Montecatini Terme. Lorenzo Fusina, fresco di diploma all’Istituto europeo di design (Ied) di Milano, si avventura nella Valdinievole tra Pistoia e Lucca. È lì che prende parte a una serie di lezioni per imparare l’arte del modellista di calzature ed è lì che scopre il valore delle lavorazioni a mano con il metodo Goodyear, tecnica che conferisce alle scarpe comfort e resistenza eccezionali. È un amore a prima vista nei confronti di quel sapere artigiano depositario di una grande tradizione italiana, ma ormai a rischio estinzione.

La storia delle scarpe italiane Fanga

Tuttavia, l’avventura imprenditoriale di Lorenzo Fusina e Bruno Riffeser Monti inizia ben prima. Sì, perché i due venticinquenni bolognesi di buona famiglia, avevano deciso da tempo di voler fare qualcosa insieme, di trasformare un sogno in un’impresa. «Tornando da Montecatini, Lorenzo mi chiama per raccontarmi l’esperienza fatta», racconta Bruno, laureato in Economia alla Bocconi. «Avevamo già in mente di impegnarci nella valorizzazione del made in Italy, lì abbiamo capito quale sarebbe stato il nostro settore». Inizia così un viaggio in tutta Italia alla riscoperta dell’artigianato calzaturiero, tra minuscole botteghe colme di sapere da tramandare e centri di eccellenza, come il Politecnico Calzaturiero di Stra, in Veneto. «Volevamo fare qualcosa che ci distinguesse, finalmente avevamo trovato su quale prodotto puntare», ricorda Bruno. «La scarpa racchiude in appena 30 cm di lunghezza una complessità incredibile, non è facile trovare un proprio spazio in questo ambito ma la nostra sfida era quella», aggiunge Lorenzo. È a questo punto che arriva l’intuizione.

L’intuizione che dà vita a un’eccellenza made in Italy

Se è vero, infatti, che la tradizione e l’artigianalità sono i cuori pulsanti di questo progetto, i due giovani vanno a ripescare nel dialetto bolognese parlato dai loro nonni il nome del proprio brand. «Ogni bigonza ha la sua fanga», si dice sotto i portici a Bologna. Significa che ogni pantalone ha la sua scarpa. Ma c’è fanga e fanga. Anzi, per Bruno e Lorenzo c’è soprattutto Fanga, il loro marchio. Modellata e cucita su misura, personalizzata secondo i gusti e le esigenze del cliente. Con accessori che infondono esclusività e unicità, come i metalli realizzati dagli orafi di Arezzo e conficcati nei tacchi. Rigorosamente in cuoio e in pelle, resistente e comoda. Per raggiungere questo risultato non è casuale il peregrinare dei due fondatori a caccia di artigiani non solo bravi, «ma anche in grado di tramandare le conoscenze».

La carta vincente delle scarpe Fanga: le botteghe del distretto di Stra

È in questo contesto che si imbattono nelle botteghe del distretto di Stra, dove a tutt’oggi ci sono i laboratori che sfornano le loro calzature, mentre l’azienda costituita nel 2016 ha mantenuto la sede sotto le Due Torri, a Bologna. Il primo debutto di Fanga è avvenuto al Pitti 2016. All’ultima kermesse fiorentina è stata presentata la nuova collezione Fanga SS18 con otto modelli frutto di lavorazioni manuali di estrema qualità, dotati di doppia fibbia laterale e arricchiti da un ricamo geometrico (in foto). Per la prossima primavera-estate sarà invece riproposta la più classica e articolata costruzione progettuale, Bologna, che unisce comfort e flessibilità in modelli con nuovi colori e dettagli. «La partecipazione a Pitti per noi è stata fondamentale», commenta Bruno, «ci ha permesso di farci conoscere a buyer di tutto il mondo ed entrare per la prima volta nella moda, dove c’è anche chi scommette su giovani come noi». Oggi Fanga, oltre a essere presente nel luxury store L’Inde le Palais e nel salotto buono di Bologna (sotto le Due Torri c’è anche lo showroom su appuntamento), espone le sue calzature anche nella boutique parigina Le Clair Air. «Il nostro obiettivo è quello di posizionarci in dieci store esclusivi nelle maggiori capitali del mondo per sviluppare una rete one-to-one con i negozi più ricercati», spiega Bruno. «Siamo reduci da un viaggio a Londra dove abbiamo riscontrato molto interesse, abbiamo avviato contatti anche con Dubai, negozi negli Stati Uniti e in Russia. Persino in Corea del Sud potrebbero nascere delle opportunità». Il target è alto. Parliamo di prodotti ricercati e curati fin nei minimi dettagli. «Le chiamiamo opere d’arte da mettere ai piedi», sintetizza Lorenzo.

I prezzi delle scarpe Fanga

Le scarpe Fanga hanno prezzi che ruotano tra gli 800 e i 1.100 euro, a seconda della lavorazione, dei materiali e degli accessori utilizzati. Il cliente può seguirne la lavorazione con aggiornamenti di immagini e video, imparando a conoscere la scarpa fin dall’inizio. La vede nascere, per sentirla sempre più sua. «Oggi va di moda fare lo chef, la sfida consiste anche nel contribuire a rendere cool il lavoro dell’artigiano, che non ha nulla da invidiare a quello delle star dei fornelli», chiosa Lorenzo. Anche per questo motivo, Fanga ha avviato una partnership con il Politecnico Calzaturiero di Stra. «Abbiamo sponsorizzato un corso di calzature di lusso fatte a mano: seguiremo gli studenti da settembre a giugno e daremo la possibilità di creare un prodotto da esporre con noi al Pitti di giugno 2018».

Credits Images:

Un artigiano impegnato nella cucitura Goodyear