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Perpetual Planet: Rolex e l’impegno per l’Ambiente
Da sempre sostenitrice dei pionieri dell’esplorazione, negli anni la manifattura svizzera ha rafforzato costantemente il suo impegno per la salvaguardia della Terra e dei suoi abitanti
Assicurare al Pianeta un avvenire perpetuo: è questa la missione degli esploratori contemporanei che Rolex sostiene ormai da tempo seguendo le orme del suo fondatore, Hans Wilsdorf. Perché se le prime esplorazioni erano mosse da un semplice desiderio di scoperta, con l’avanzare del XXI secolo si sono trasformate in un modo per preservare la natura. Gli esploratori contemporanei sono sempre più preoccupati dell’impatto dell’uomo sul delicato equilibrio degli ecosistemi terrestri, ragion per cui le loro spedizioni non mirano più a scoprire zono sconosciute, ma a richiamare l’attenzione sulla fragilità del nostro mondo, a promuovere e ideare soluzioni per affrontare le problematiche ambientali. E se è da quasi un secolo che la maison svizzera sostiene i pionieri dell’esplorazione, accompagnandoli con i suoi orologi nel corso delle loro rivoluzionarie imprese (ideali tra l’altro per collaudare i modelli in condizioni reali e idearne di nuovi), nel 2019 ha definito e potenziato il suo impegno attraverso l’iniziativa Perpetual Planet, un importante progetto cornice in grado di contenerne molti altri.
Le tre linee guida di Perpetual Planet
Per il momento, tale progetto si muove lungo tre linee guida: il potenziamento della collaborazione con la National Geographic Society al fine di studiare l’impatto del cambiamento climatico; il sostegno dell’iniziativa Mission Blue di Sylvia Earle, che mira invece a proteggere gli oceani; e i Rolex Awards for Enterprise, che premiano chi, grazie ai propri progetti, fa progredire la conoscenza e proteggono l’ambiente e il benessere dell’umanità.
La partnership con National Geographic
Tra le partnership più durature di Rolex, c’è senz’altro quella con la National Geographic Society, che risale al 1954 e che nel 2017 è stata ufficialmente estesa per promuovere le Perpetual Planet Expeditions. La collaborazione si avvale dell’esperienza di scienziati di fama mondiale e tecnologie all’avanguardia per organizzare spedizioni innovative pensate per fornire risposte cruciali in merito all’impatto del cambiamento climatico sugli ambienti vitali del pianeta: le montagne, le foreste pluviali e l’oceano. La prima si è svolta da aprile a giugno 2019 e ha avuto per obiettivo l’Everest. Il team della spedizione, guidata da National Geographic e dalla Tribhuvan University, mirava a capire meglio gli effetti del cambiamento climatico sui ghiacciai dell’Hindu Kush-Himalaya, che forniscono risorse idriche fondamentali a un miliardo di persone. Le informazioni raccolte, combinate con i dati sulla disponibilità e la domanda di acqua in quell’area, hanno rappresentato la base di un nuovo indice per monitorare lo stato di salute dei sistemi idrici più importanti e vulnerabili del mondo e prendere decisioni cruciali per proteggerli. Ma il rapporto tra queste due realtà va anche oltre. Sempre dal 2017 Rolex sostiene il National Geographic Explorers Festival, un evento che chiama a raccolta scienziati, ambientalisti, insegnanti, narratori e iniziatori del cambiamento provenienti da tutto il mondo e accomunati dalla passione per l’innovazione, che condividono le loro scoperte, le loro conoscenze e le loro soluzioni per creare un futuro più sostenibile. Senza contare che alcuni scienziati della National Geographic Society sono stati membri della Giuria dei Rolex Awards for Enterprise, e che 21 vincitori dei Rolex Awards for Enterprise sono stati Esploratori Emergenti di National Geographic hanno ricevuto fondi stanziati dall’organizzazione. Infine, nel novembre scorso, Rolex è stata partner del Festival delle scienze di Roma, quest’anno tenutosi prevalentemente in formato digitale, organizzato proprio da National Geographic Italia in collaborazione con istituti scientifici e di istruzione superiore.
Con Sylvia Earle per un mare di speranza
Al centro del secondo progetto centrale di Perpetual Planet c’è una donna straordinaria, Sylvia Earle. Testimonial Rolex dal 1982, è una pioniera delle esplorazioni negli abissi oceanici da quasi mezzo secolo. La sua iniziativa Mission Blue è nata nel 2010 per incoraggiare comunità locali e governi a proteggere gli ecosistemi oceanici minacciati dall’uomo tramite la creazione di aree marine protette, definite Hope Spots (luoghi di speranza). Tali luoghi sono zone oceaniche considerate fondamentali per la conservazione delle specie. Possono essere importanti per la loro biodiversità o in quanto habitat di specie endemiche, rare o a rischio, oppure possono essere regioni dove il sostentamento delle comunità locali dipende da un ecosistema marino sano. Gli Hope Spots, che Rolex sostiene dal 2014, sono passati da 50 a 130 e Sylvia Earle sta contribuendo a un movimento globale che mira a proteggere il 30% degli oceani del mondo entro il 2030, contro l’8% attuale.
Rolex Awards for Enterprise: accanto a chi si spinge oltre i limiti
Terzo ma non meno importante strumento ideato da Rolex per il bene del Pianeta e dell’umanità sono i Rolex Awards for Enterprise. Nati nel 1976 e attribuiti ogni due anni, da allora hanno permesso di finanziare ben 150 persone con un progetto nuovo o in corso in qualunque zona del pianeta, meritevole di sostegno per la sua capacità di raccogliere alcune delle più stringenti sfide dell’umanità. Se è impossibile ricordarli tutti in questo contesto, possiamo però citarne alcuni: Francesco Sauro, che conduce spedizioni speleologiche nelle grotte sotterranee dei tepui, le remote montagne a cima piatta del Sud America; Cristian Donoso, che attraversa in kayak le zone al largo della Patagonia occidentale, documentando la bellezza mozzafiato di questa regione per farne conoscere lo straordinario valore; Joseph Cook, che studia la calotta glaciale della Groenlandia per comprendere l’influenza dei microrganismi sul riscaldamento globale; Lonnie Dupre, le cui spedizioni artiche mirano a denunciare i rischi legati ai cambiamenti climatici; e Miranda Wang, che sta portando avanti un innovativo processo per trasformare gli scarti di plastica in preziosi materiali per un’economia circolare. Oltre a rafforzare il suo legame con il mondo dell’esplorazione, grazie a questo programma Rolex ha contribuito a preservare 21 ecosistemi che svolgono un ruolo fondamentale per la biodiversità e le comunità locali che ne dipendono, tra cui la Riserva di Sviluppo Sostenibile di Mamirauá, nello stato brasiliano di Amazonas, la Riserva della Biosfera nella Sierra Gorda in Messico, le foreste atlantiche in Brasile e il Gran Chaco in Sud America. Rolex ha inoltre aiutato i vincitori a proteggere 25 specie a rischio, tra cui la tigre dell’Amur, il bucerotide, il minuscolo ippocampo e il gigantesco squalo balena, il pesce più grande al mondo. Le nuove tecnologie di localizzazione messe a punto dai vincitori costituiscono, infatti, gli “occhi elettronici” dei ricercatori nelle zone selvagge e si stanno rivelando uno strumento prezioso nella corsa contro il tempo per salvare le specie a rischio. Per fare un esempio, lo zoologo inglese Rory Wilson ha creato il Daily Diary, un’unità di raccolta dati ultraleggera che fornisce elementi importanti sul comportamento di animali come i pinguini e i leopardi. Insomma, con il lancio di Perpetual Planet Rolex ha riunito e rafforzato in un progetto unitario e a lungo termine; tre iniziative che affondano le radici nella sua storia, mantenendo in vita e attualizzando l’eredità del suo fondatore. Ma questo, promette la Casa svizzera, è solo l’inizio.