Connettiti con noi

Lifestyle

Orologi in platino, ecco i migliori

Da Audemars Piguet a Panerai, il metallo pesante nell’alto di gamma: un’emozione costosa, ma discreta

architecture-alternativo

Un orologio in platino sembra in acciaio ma costa più dell’oro. E la differenza la noti sol­tanto se leggi sul fon­dello il punzone “PT 950” o se soppe­si modelli identici, nelle versioni con metalli differenti. Così ti accorgi che la cassa in platino pesa molto più delle altre. Quindi perché scegliere di com­prarlo in questa versione? Il platino è più costoso dell’oro perché annualmente se ne estrae appena un terzo e con una bassa resa: da 10 ton­nellate di metallo grezzo si ottengono soltanto 30 grammi di metallo puro. E rispetto ad altri metalli nobili è utiliz­zato in “purezza”: 950 millesimi (22,8 carati) contro i 750 dell’oro a 18 carati (ossia 750 parti di oro e 250 parti di altri metalli). In più, a differenza dell’oro – che prende il colore bianco grazie alla miscela di 750 millesimi di oro giallo con 250 di palladio – è naturalmente bianco. Ma la differenza sostanziale è data dal peso specifico del platino, uno dei più elevati in assoluto: 21,45 gram­mi per centimetro cubo, contro i 19,3 dell’oro e i 10,5 dell’argento. A causa di queste sue peculiarità, rea­lizzare un orologio in platino, rispet­to alla stessa versione in oro, richiede all’incirca un 30% in più di materiale. Inoltre la sua lavorazione comporta una regolazione ad hoc della pressa per la fase di stampaggio della cassa, un’usu­ra maggiore dell’utensileria impiegata e una pulizia della strumentazione tecni­ca più accurata, oltre a tempi e costi superiori per il riciclaggio degli scarti.

CLICCA SUGLI OROLOGI PER LE SCHEDE PRODOTTO

Soprattutto, in un settore come l’orolo­geria di alta gamma, anch’essa sempre più industrializzata e automatizzata, le finiture delle parti in platino – casse, lancette, indici, eccetera – vanno fatte manualmente, con l’inevitabile incre­mento dei costi per l’utilizzo di mano­ dopera ultra-specializzata. Tutta questa esclusività, e la fatica fat­ta per plasmarlo in una cassa, compor­ta che molto spesso l’orologio in plati­no “vesta” capolavori pluri-complica­ti o super-rifiniti. Poi ci sono i modelli che vanno ad affiancarsi a versioni nei vari colori dell’oro o addirittura in ac­ciaio. Allora bisogna tornare all’inci­pit e chiedersi ancora perché qualcu­no decida di spendere molto più de­naro per allacciarsi al polso un oro­logio che, tranne per qualche detta­glio irriconoscibile ai più, è presso­ché identico a versioni meno costose. La risposta che ci siamo dati è questa: perché la vita è fatta anche di detta­gli in grado di emozionarci. E a volte non è neppure necessario che gli altri lo sappiano.

QUANDO SI SCARTAVA…

IL PLATINO È UN METALLO CONOSCIUTO DA SECOLI ED ERA GIÀ UTILIZZATO DALLE POPOLAZIONI PRECOLOMBIANE, MENTRE LA PRIMA MENZIONE IN DOCUMENTI OCCIDENTALI RISALE AL 1557, IN RIFERIMENTO A UN METALLO SCONOSCIUTO TROVATO NELLE MINIERE DI DARIÉN E MESSICO. CON L’UMANISTA GIULIO CESARE SCALIGERO CHE SCRIVEVA: «FINORA IMPOSSIBILE DA FONDERE SECONDO I METODI NOTI AGLI SPAGNOLI». E PROPRIO GLI SPAGNOLI, CHE INCONTRANO IL PLATINO PER LA PRIMA VOLTA IN COLOMBIA, GLI DANNO IL NOME CON IL QUALE È TUTTORA NOTO: “PLATINO” È INTESO COME “PICCOLO ARGENTO” E DAGLI SPAGNOLI ERA CONSIDERATO UNA IMPUREZZA DELL’ARGENTO E PER QUESTO VENIVA SCARTATO.

OGGI L’ESTRAZIONE MONDIALE ANNUA È DI CIRCA 192 TONNELLATE, IN ARRIVO SOPRATTUTTO DAL SUDAFRICA, CHE DA SOLO NE ESTRAE 139 TONNELLATE (EQUIVALENTI AL 72,4% DEL TOTALE). CON QUOTE MINORI SEGUONO ALTRI QUATTRO PAESI: RUSSIA, CANADA, ZIMBABWE E USA.

Credits Images:

© BrianAJackson/IStock/Thinkstock