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Lifestyle

Harmont & Blaine, intensa e preziosa

Intervista a Domenico Menniti, amministratore delegato

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Tre aggettivi per definire la sua collezione a/i 2012/2013? Intensa (sul piano cromatico), preziosa (per la qualità delle lavorazioni e dei materiali selezionati) e duttile (perché “componibile” a seconda delle esigenze).

È una linea nata nel segno della continuità o della rottura rispetto alla stagione precedente? Si inserisce in una continuità ideale, ma con una significativa evoluzione strutturale.

Qual è il capo che meglio rappresenta la collezione? Il giubbotto in maglia con l’interno in punto pelliccia, perché è quello che sintetizza meglio il concetto della continuità con l’evoluzione strutturale (cura dei dettagli e “componibilità”).

E quello storico che meglio incarna le caratteristiche del brand?La camicia tre tessuti.

Quale il colore che non deve mai mancare? Il blu mediterraneo.

Cosa contraddistingue una collezione di successo da una meno riuscita? Il successo è da attribuire alla capacità di chi è a capo dello stile di essere in sintonia e in linea con il suo pubblico. Non esistono collezioni oggettivamente belle o oggettivamente brutte. Quello che è importante è essere solo un passo avanti, non due, rispetto al tuo consumatore.

C’è un personaggio storico a cui assocerebbe la vostra immagine?Marco Polo, perché siamo viaggiatori che scelgono le strade più difficili.

Un aspetto positivo e uno negativo della crisi?L’aspetto negativo è quello che non ci è consentito un attimo di relax e c’è la possibilità di dover iscrivere a bilancio delle perdite che qualche anno fa non si sarebbero mai verificate. Quello positivo è che la crisi ti costringe a tirare fuori il meglio (se lo possiedi) e consente che si aprano spazi altrimenti inaccessibili.

Tre propositi per il nuovo anno? Continuare a crescere sul piano internazionale, non stare seduti sugli allori, prestare grande attenzione a ciò che succede nel mondo ed essere pronti a interpretarne gli effetti.

Il dono che vorrebbe avere? Giro la risposta. Spero di non perdere mai il dono che la natura mi ha dato: la curiosità.

Il suo motto? Da Napoli si può. Ma, più in generale, da qualsiasi parte del mondo si può.

Il suo mito nella moda? Gianfranco Ferré.

Questa è la tredicesima domanda. Quanto è superstizioso? La superstizione è un dono che non posseggo, ma che per certi versi mi piacerebbe avere.

SPECIALE PITTI, ARTICOLO PRINCIPALE – Sette modi di dire moda

Credits Images:

Maglia giubbino in lana cardata punto wafer che esordisce alla kermesse fiorentina