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Da FederlegnoArredo un cavallo di Troia per il made in Italy

Presentato un innovativo programma di promozione del settore negli Stati Uniti, un mercato in crescita che, per le nostre imprese, ha un valore oltre 26 miliardi di euro

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Si chiama Emerge Italy ed è il primo vero tentativo del nostro made in Italy di conquistare un mercato non approcciandolo dall’esterno, ma cogliendolo direttamente dall’interno. In FederlegnoArredo (Fla), addirittura, ne hanno parlato come di una specie di cavallo di Troia. Il settore di cui parliamo, naturalmente, è quello del mobile di design, che tante difficoltà sta incontrando nel mercato interno quante opportunità continua a sviluppare sul piano dell’export; le parti in gioco sono l’associazione di categoria delle imprese della filiera del legno, presieduta da Roberto Snaidero, e il ministero dello Sviluppo economico, nell’ambito del più ampio programma di promozione straordinaria del made in Italy negli Stati Uniti.

UN CONCORSO PER GIOVANI TALENTI. Sull’altra sponda dell’Atlantico la controparte è rappresentata dal’Iida (International interior design association) e dall’Aia (American institute of architects), coordinati con la federazione italiana attraverso Ice Agenzia e Iacc (Italian american chamber of Commerce of Chicago). Lo scopo di tutti questi soggetti, che negli ultimi anni hanno collaborato in maniera continuativa attraverso partnership, scambi ed eventi, era avvicinarsi ulteriormente in un’ottica win-win. Il risultato? Un piano sperimentale – l’auspicio di ognuno, e soprattutto del ministero, è che si tratti non solo della prima di una serie di iniziative, ma anche di un modello esportabile in altri settori – che passa attraverso il concorso nominato per l’appunto “Emerge Italy”.La competizione premierà cinque giovani progettisti – rigorosamente under 35 – di studi americani che nell’ambito di progetti internazionali abbiano disegnato prodotti innovativi specificamente destinati alla produzione italiana e all’inserimento nelle commesse dei principali mercati emergenti (dalla Cina all’India passando per il Sudafrica, Singapore e il Messico), di cui al momento gli architetti a stelle e strisce sono arbitri e interpreti. I progetti selezionati saranno premiati ad aprile durante l’edizione 2013 de ISaloni e verranno esposti a maggio a New York alla fiera Icff e a giugno al Neocon di Chicago, oltre a far bella mostra di sé al gran galà finale del Made expo, di scena a Milano a ottobre.

UN APPROCCIO RIVOLUZIONARIO. A pensarci bene, si tratta di un approccio abbastanza rivoluzionario: le imprese del legno tricolore abdicano alla paternità del concept e del design per andare incontro al gusto e alla cultura di chi è abituato a lavorare per e con Paesi molto distanti dalla mentalità italiana. «Senza contare che gli Stati Uniti sono un mercato maturo, ma non saturo», ha precisato Pietro Celi, direttore dell’ufficio per le Politiche di internazionalizzazione e promozione degli scambi del ministero per lo Sviluppo, che insieme a Snaidero e a Giovanni De Ponti, direttore generale di Fla, ha partecipato stamani alla conferenza di presentazione del progetto nella sede milanese della Federazione. «Gli States nel 2012 hanno importato beni italiani per un valore di 26,6 miliardi di euro, in aumento del 16,8% rispetto all’anno precedente. L’export in Italia, invece, è sceso del 2,8% attestandosi a 12,7 miliardi di euro, con la bilancia commerciale in attivo per 14 miliardi. Rispetto alla filiera del legno e dell’arredo, gli Stati Uniti rappresentano il 7% delle vendite italiane all’estero, per un valore di 800 milioni di euro. E il potenziale di crescita è ancora elevato, se consideriamo che la provincia americana è un mercato sconfinato ancora tutto da esplorare». Una serie dati che snocciolati tutti insieme chiariscono perché l’Italia è di fatto il 13esimo Paese nella classifica dei fornitori dello zio Sam.Ma il vero cavallo di Troia è rappresentato dalla seconda parte del progetto Emerge Italy: gli studi di architettura americani premiati ospiteranno un gruppo di giovani progettisti italiani (anche qui il limite d’età è 35 anni) che parteciperanno a stage formativi sul campo. Naturalmente la speranza è che oltre a imparare come si pensa e si lavora Oltreoceano, riescano anche a rafforzare o instillare nei colleghi dell’East cost la passione per le lavorazioni made in Italy.

Un intenso programma internazionale

Credits Images:

Roberto Snaidero