Al polso dei piloti: Rolex Gmt-Master II

Il Gmt-Master II è di sicuro nella top ten degli orologi professionali che hanno segnato la storia moderna dell’orologeria meccanica. Lo è per tanti aspetti, tutti decisivi. Basti pensare alla sua prestigiosa genesi, con la compagnia aerea Pan-Am che negli anni ‘50 chiede a Rolex un segnatempo in grado di rilevare contemporaneamente l’ora locale di arrivo e quella del luogo di partenza. Ed è grazie a questa partnership tecnica che nel 1954 si va ad allacciare al polso dei piloti di linea uno dei modelli più riconoscibili e imitati, nonché uno dei più grandi successi commerciali di casa Rolex, che ben presto e ininterrottamente fino a oggi si può indifferentemente vedere al polso di una grande celebrità americana come sotto la giacca di un professionista della provincia italiana.

Il Gmt (che sta per “Greenwich Mean Time” o “Tempo Medio di Greenwich”) esibisce una lancetta supplementare che compie un giro del quadrante in 24 ore, a completamento delle tradizionali lancette delle ore, dei minuti e dei secondi. Questa lancetta supplementare segna l’ora di riferimento di un primo fuso orario (quello di origine per esempio), che si legge sulla graduazione della lunetta. Inoltre con la lunetta girevole (bidirezionale e graduata sulle 24 ore) è possibile indicare l’ora di un terzo fuso orario.

La versione con ghiera rossa e blu (in foto) – che i cultori definiscono “Pepsi” – è quella storicamente più ammirata e nel 2014 viene riproposta in una raffinata quanto discreta versione in oro bianco. Difatti la nuova generazione di Gmt-Master II in acciaio, lanciata nel 2005, ha la ghiera nera oppure, dallo scorso anno, nera e blu. Per una differenza – oltre allo spread del prezzo, che supera i 24 mila euro – tra materiale diverso di cassa e bracciale e colore rosso nell’inserto della ghiera che verrà notata soltanto dai conoscitori più attenti e informati. E per alcuni, la discrezione e i dettagli sono ancora un must ineguagliabile (cassa in oro bianco Ø 40 mm; 31.400 euro).