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Motori

Codecasa Yachts, sull’onda del lusso

Qualità, riservatezza e ambizione sono le doti che hanno permesso al cantiere di Viareggio di trasformare in imbarcazioni spettacolari i desideri di clienti vip ed esigenti. Un’avventura cominciata realizzando pescherecci e divenuta una realtà all’avanguardia nel panorama dell’alto di gamma. E non solo

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Avere la certezza di vedere realizzati i propri sogni. Il concetto di lusso, in fondo, è tutto qui: potersi affidare al know how e all’esperienza di qualcuno per trasformare il proprio desiderio in realtà. Non sempre è possibile, ma per un’azienda come Codecasa Yachts è difficile non riuscire a mantenere le promesse. Ed è forse proprio questo che, in quasi duecento anni di storia, ha reso il nome di questa famiglia sinonimo di qualità ed eccellenza nella nautica in Italia e nel mondo.Basta scorrere la lista di clienti che ha saputo conquistare: gli stilisti Giorgio Armani e Stefano Gabbana, l’erede della dinastia di gioiellieri romani Paolo Bulgari, il patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio, oltre a un buon portfolio di big spender internazionali, rigorosamente top secret. Il lusso, in fondo, fa anche rima con riservatezza, fiducia e low profile. Tre qualità che raccontano anche lo stile di vita della quinta e della sesta generazione, oggi alla guida delle attività. Perché a parlare devono essere soprattutto le loro imbarcazioni, i loro yacht mentre solcano le onde come veloci gazzelle in una savana tutta blu.

La storia di Codecasa Yachts

La storia della famiglia Codecasa è prima di tutto quella di un distretto italiano che ha unito indissolubilmente il proprio nome a quello della cantieristica navale fin dal ‘500, diventando punto di riferimento per il commercio marittimo. La città di Viareggio (Lu) è dove prendono vita maestosi velieri e vascelli destinati ad approdare nei porti di tutto il mondo, con a bordo merci provenienti da ogni dove. Ed è qui che nel 1825 Giovanni Battista Codecasa inizia la sua attività di maestro d’ascia nella Darsena Lucca, dando forma a imbarcazioni da lavoro a vela dai nomi che sembrano rubati a un romanzo d’avventura: pinchi, tartane, bove, vinacciere, marmaioli, trabaccoli, fino ai barcobestia, un veliero a tre alberi che rappresenta una delle eccellenze caratteristiche dei cantieri viareggini. A espandere il raggio d’azione dei Codecasa è un altro Giovan Battista, dettoTistino”, nipote del capostipite. Nel 1902, a 27 anni, convince il padre Antonio a mettere le fondamenta di un cantiere navale nei 1.258 metri quadrati di terreno demaniale, a ponente della Darsena Lucca di Viareggio, che hanno ottenuto in concessione. Da qui partono le attività della Antonio Codecasa e figli, che Tistino espanderà in seguito grazie ai nuovi spazi nella nuova Darsena Toscana (arriveranno a 10 mila metri quadrati), diventando tra i migliori interpreti delle rivoluzioni che il settore conosce in questi anni, come l’adozione del motore sulle barche a vela e il passaggio dal legno al metallo per la costruzione degli scafi. Sono oltre 50 i bastimenti a vela, oltre a pescherecci, bettoline e altri tipi di imbarcazioni, che portano la firma di Tistino, prima che questi si ritiri dagli affari nel 1946. Il testimone viene affidato ai figli Ugo e Sandro, che proseguiranno la tradizione portando l’azienda, che all’epoca contava 180 dipendenti, a diventare leader della costruzione di imbarcazioni in acciaio.

Sono ancora le barche da lavoro a caratterizzare la produzione dei cantieri Codecasa Yachts, soprattutto pescherecci, ma è un’attività che soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale rende sempre meno. L’intuizione di una svolta tutta nuova e decisiva per il futuro viene a Fulvio, classe 1938, figlio di Ugo. In azienda fin da giovanissimo, è lui che decide – a partire dagli anni ’70 (nel 1973 succede al padre) – di muovere i primi passi in un segmento all’epoca di nicchia e poco esplorato: quello della nautica da diporto, degli yacht e delle imbarcazioni di lusso. Proprio all’inizio del nuovo decennio i cantieri varano il Gram, un 80 piedi che con la sua prua perpendicolare sembra quasi omaggiare le barche da lavoro che finora avevano meglio descritto l’eccellenza dei Codecasa. D’ora in avanti saranno soprattutto gli yacht, come il G.V. First, il Bahari Tu e il Na-Que, a esprimere al meglio la qualità e la dedizione di un’azienda che, da qui fino alla fine degli anni ’80, si espande sotto la guida di Fulvio fino a contare tre società: i Cantieri Navali Ugo Codecasa nella Nuova Darsena, i Cantieri Navali Codecasa Due nella Darsena Toscana e i Cantieri Navali Codecasa Tre ancora nella Nuova Darsena.

Intuizione vincente

Dopo quarant’anni, affiancato dalle figlie Fulvia ed Elena e dai rispettivi mariti Ennio Buonomo e Fabio Lofrese, è ancora Fulvio il committente più esigente e difficile da accontentare. Per lui seguire tutte le fasi che portano uno yacht dal sogno alla progettazione fino alla realizzazione finale è una missione, prima che un mestiere. Le imbarcazioni che prendono vita nei suoi cantieri sono un po’ come sue creature, che prima di quella dei clienti devono ricevere la sua di approvazione. E il rapporto con gli armatori fedeli e con quelli potenziali, oggi soprattutto asiatici e mediorientali, resta una prerogativa essenziale per mantenere il proprio status di eccellenza italiana nel mondo. I Codecasa Yachts sono infatti completamente customizzati, cuciti addosso a una clientela molto esigente. «C’è stato chi è venuto da noi con un proprio progetto già definito, studiato in precedenza con un proprio designer di fiducia, e ci ha chiesto di costruire la sua barca», racconta Fulvio Codecasa. «Ma c’è stato anche chi è venuto in cantiere e si è innamorato a prima vista di uno dei nostri progetti o dei nostri yacht in costruzione e ha deciso di acquistarlo. Noi siamo aperti a tutto, perché questo è il nostro lavoro». Essere aperti a ogni sfida è ciò che ha da sempre contraddistinto il dna dei Codecasa, una caratteristica tramandata per generazioni fin dal capostipite Giovanni Battista, maturata nel corso dei decenni e adattata alle esigenze del mercato e della storia. Essere aperti, per il patron Fulvio, oggi significa non solo essere tra le più importanti firme della nautica made in Italy di lusso, ma anche essere partner affidabile per la Guardia Costiera italiana. Una collaborazione che negli anni ha dato vita a 45 motovedette (22 della Classe 300 e 23 della Classe 800), ultima la Classe 300 Ammiraglio Francese CP 328 varata a novembre dello scorso anno, per una vera e propria mini flotta impegnata ogni giorno nel salvataggio di vite umane nei nostri mari. Due mondi che sembrerebbero agli antipodi, ma che non sono poi così distanti. Per chi realizza imbarcazioni, che siano yacht super lussuosi o motovedette della Guardia Costiera, serietà, professionalità e affidabilità devono essere sempre rispettate.

Veleggiare nella tempesta

Gestire e maneggiare un patrimonio, una tradizione che hanno superato indenni duecento anni di storia italiana non è sempre stato facile. Soprattutto negli ultimi anni, l’industria nautica ha attraversato uno dei suoi periodi più bui, che ha visto molte aziende impossibilitate a contenere l’impatto della crisi economica iniziata nel 2008. Una crisi che di fatto ha sfoltito il settore e in qualche modo ha selezionato chi aveva tutte le carte in regola per restare in piedi e chi, in un mercato altamente competitivo, poteva ancora fare le cose bene e nei tempi pattuiti. Per fare questo, però, è fondamentale restare dinamici e pronti a raccogliere le sfide che il futuro senza aver paura di investire e di scommettere puntando in alto. Non è un caso che proprio nel pieno della crisi, nel 2011, Codecasa Yacths abbia deciso di investire per la costruzione di quattro capannoni nella Darsena dei Navicelli a Pisa, dedicati alle lavorazioni più ingombranti e rumorose (il cantiere originale nel porto di Viareggio è dove invece si realizzano gli allestimenti). Puntare più sul prodotto che sulle parole, del resto, è una regola che alla famiglia ha dato ottimi frutti e successi per quasi duecento anni. E a dimostrarlo sono proprio loro, gli yacht, i cui ultimi modelli rappresentano l’espressione massima dell’eccellenza in termini di innovazione e ricerca. Il 2015 è stato l’anno del 50 metri M.Y. Gazzella, interamente progettato e disegnato, sia per quanto riguarda le linee esterne sia gli arredi, dallo staff tecnico e dagli architetti del team interno. A giugno è sceso in acqua il nuovo Codecasa 43 Full Beam – Serie Vintage – Costruzione F76, costruito “on spec” e completamente autofinanziato. A renderlo differente dalle versioni di 42 metri realizzate nel 2011 e nel 2013 sono caratteristiche come la suite armatore a tutto baglio, la cabina comandante sul ponte timoneria e la vasca idromassaggio Jacuzzi sul ponte sole, messe a punto dagli input ricevuti nel continuo dialogo diretto con armatori, broker e clienti internazionali. Una scommessa su cui l’azienda ha puntato tutto, tanto da iniziare la realizzazione di una seconda unità, la Costruzione C122, la cui consegna è prevista per il 2017. E per il futuro? Le novità, nei cantieri Codecasa Yachts, sembrano non mancare, da nuove versioni di yacht di 50 e di 65 metri a progetti disegnati ex novo di modelli di 72 metri. D’altronde, ci sono da scrivere ancora cento, duecento anni di storia, come afferma Fulvio Codecasa: «Da imprenditore, ma prima ancora da uomo, da padre, da nonno, tra cento anni vedo ancora i Cantieri Navali Codecasa in mano a uno dei miei eredi. Guai se non credessi in questo».

Le tappe del successo di Codecasa Yachts

  • 1825 – Giovanni Battista Codecasa inizia l’attività di maestro d’ascia a Viareggio.
  • 1902 – Il nipote Giovan Battista “Tistino” apre con il padre Antonio il cantiere Antonio Codecasa e Figli per la costruzione di navi a vela nella Darsena Lucca di Viareggio.
  • 1946 – Con un attivo di oltre 50 bastimenti a vela prodotti, Tistino si ritira dagli affari affidando l’azienda ai figli Ugo e Sandro.
  • 1973 – Fulvio Codecasa succede al padre Ugo nella direzione del cantiere, affiancando alla produzione di barche da lavoro quella di motoryacht di lusso.
  • 1982 – Trasformazione dei vecchi Cantieri Navali Codecasa nella Darsena Toscana nella Società per azioni Codecasa Due.
  • 2011 – Trasferimento di parte della produzione nel nuovo sito nella Darsena dei Navicelli a Pisa.
  • 2015 – Viene lanciato il 50 metri M.Y. Gazzella, interamente progettato e disegnato dallo staff tecnico e dagli architetti del team interno. Quest’anno è sceso in acqua nuovo Codecasa 43 Full Beam – Serie Vintage – Costruzione F76, costruito “on spec” e completamente autofinanziato.