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L’impresa si dà all’arte

Per far fronte dei continui tagli agli aiuti pubblici degli ultimi anni, sono molte le istituzioni culturali che hanno stretto rapporti con le aziende del territorio

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I provvedimenti introdotti di recente dal cosiddetto Decreto cultura dovrebbero rafforzare il legame tra arte e imprese, ma bisogna dire che, a fronte dei continui tagli inflitti negli ultimi anni agli aiuti pubblici – dal 2008 la riduzione dei finanziamenti statali ai musei è stata del 20% – le istituzioni culturali si sono già mosse da tempo per stringere i rapporti con le aziende del loro territorio. Così, per esempio, la Gamec di Bergamo può contare già dal 2000 sull’appoggio del gruppo Tenaris Dalmine (271 mila euro solo nel 2013), e dal 2003 anche di Bonaldi Motori (51 mila euro lo scorso anno) e del Gruppo Ubi Banca; mentre il Mart di Rovereto ha vantato per tutto il 2014 Altemasi di Cavit come partner istituzionale e ha rapporti con operatori del turismo e dei trasporti, a partire da Trenitalia. E poi il gruppo Unicredit è partner del Castello di Rivoli a Torino, il Maxxi di Roma ha sviluppato partnership annuali con aziende quali Eni, Telecom Italia, Bnl e Acea, mentre è stata la stessa Pirelli a rilanciare, dal 2012, lo spazio dell’Hangar Bicocca di Milano, producendo direttamente mostre di rilievo internazionale. E sono solo alcuni dei tanti progetti in corso. Insomma, fare arte è sempre più un’impresa.

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Il Maxxi di Roma © Daviddje