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The World’s 50 Best Bars: Italia protagonista
Primo in classifica è il Paradiso di Barcellona, che vede tra i proprietari Giacomo Gianotti, e sono italiani anche i protagonisti del successo del Sips (terzo) e del Connaught Bar (ottavo). Quattro i locali tricolori in lista
Quest’anno, per la prima volta, il titolo di The World’s Best Bar non è “finito” a Londra o a New York. Il primo posto è toccato invece al Paradiso di Barcellona, di cui è comproprietario un italiano, Giacomo Gianotti. E a Barcellona si trova anche il terzo classificato, il Sips. Tra loro, il londinese Tayēr + Elementary, che mantiene il secondo posto dello scorso anno.Londra vanta altri quattro locali in classifica: il Connaught Bar (8°), lo Swift, rientrato al numero 30, e le new entry Satan’s Whiskers (23°) e A Bar with Shapes for a Name (37°).La Spagna, in ogni modo, non è da meno, visto che in lista vanta anche, sempre a Barcellona, il Two Schmucks, che ha scalato quattro posizioni fino al settimo posto, e il madrileno Salmon Guru (15°).
Da segnalare, l’ottima performance dell’Italia che, oltre che per la proprietà del Paradiso, si distingue per la presenza in classifica di quattro bar in quattro diverse città: il Drink Kong di Roma si è posizionato 16°, seguito dal 1930 di Milano al 35° posto e dalle new entry Locale Firenze (39°) e L’Antiquario di Napoli (46°). Non solo. La lista estesa 51-100, che è stata annunciata la scorsa settimana, includeva altri tre bar italiani: il Camparino in Galleria di Milano (73°), il The Court di (77) e il Freni e Frizioni (86°), entrambi a Roma. Considerando che al Sips di Barcellona troviamo Simone Caporale, e che il Connaught Bar è guidato da Agostino Perrone, Giorgio Bargiani e Maura Millia, gli italiani all’estero continuano a dominare la top 10. Peraltro, Perrone si è anche aggiudicato il titolo di Roku Industry Icon, come persona che ha contribuito di più per il progresso del settore bar.
In Europa, per rappresentanza segue Atene, dove a The Clumsies (19°) e Baba Au Rum (20°) si è aggiunto il Line (31°).Parigi, Lisbona, Oslo e Stoccolma contano ciascuna un bar in classifica: il Little Red Door (5°), che è anche il Ketel One Sustainable Bar di quest’anno, il Red Frog (40°), l’Himkok (43°) e il e Lucy’s Flower Shop (49°).Da segnalare, infine, la Röda Huset a Stoccolma, nominata Campari One To Watch.
La città che può vantare più cocktail bar in lista è però oltreoceano. Chi altri se non New York? Ne conta ben sei, di cui due in top 10: il Double Chicken Please (6°), che ha anche ricevuto il Disaronno Highest New Entry Award, il Katana Kitten (9°), Attaboy (22°), l’Overstory (34°), il Dante (36°) e l’Employees Only (47°). Sempre negli Usa, Chicago torna in classifica per la prima volta dal 2018 con il Kumiko (25°) e il Café La Trova di Miami è salito di sette posizioni, fino alla 21° posizione.
La Licorería Limantour continua, invece, a guidare la rapida ascesa della scena emergente dei cocktail di Città del Messico al numero 4, rivendicando il titolo di The Best Bar in Nord America per il secondo anno consecutivo ed è stata nominata pure Rémy Martin Legend of the List. È affiancato dai vicini Handshake Speakeasy (11°), Baltra Bar (32°) e il vincitore del Michter’s Art of Hospitality Award di quest’anno Hanky Panky (13°).
Il miglior bar del Sud America al numero 10 è l’Alquímico di Cartagena. Buenos Aires ha tre voci, con Florería Atlántico al numero 18, Tres Monos al numero 27 e CoChinChina al numero 42. Il Carnevale di Lima è rientrato nella lista al numero 44.
Singapore, Bangkok e Hong Kong hanno ciascuna due bar nell’elenco, con il Jigger & Pony di Singapore (12°) nominato The Best Bar in Asia. Segue il Manhattan al 33° posto. Bangkok vanta le new entry BKK Social Club, vincitore del London Essence Best New Opening al numero 14, e Tropic City (24°). Coa di Hong Kong arriva 17° insieme alla new entry Argo (28°).
Altrove, il Sidecar di New Delhi, che l’anno scorso è stato il primo ingresso indiano dal 2010, è salito di ben 21 posizioni, fino alla posizione numero 26. Il Bar Benfiddich di Tokyo è, invece, il numero 48.A spiccare è però Dubai, con tre bar in lista, tra cui lo Zuma (38°), nominato The Best Bar in Medio Oriente e Africa per il terzo anno consecutivo. La città vanta anche il Galaxy Bar (45°) e la new entry Bulgari Bar (50°). Infine, il miglior bar dell’Australasia è Maybe Sammy, 29°, uno dei due bar di Sydney nella classifica di quest’anno insieme a Cantina OK! (41°).