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Gusto

Champagne: i migliori sul mercato

2008 e 2012: il meglio delle annate top delle bollicine più rinomate al mondo

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Gli amanti dello champa­gne ritengono la 2008 e la 2012 le annate mi­gliori degli ultimi 20 anni. Ma sua quali con­viene investire per goderne oggi e da te­nere in cantina per grandi soddisfazioni future? Ecco su cosa puntare.

Parlando di 2008 non si può non citare il triumvirato del piacere, ovvero Dom Pe­rignon, Cristal e Winston Churchill di Pol Roger, con il possibile ingresso in que­sto club ristretto della Grande Dame di Veuve Clicquot, in questo millesimo qua­si 100% Pinot Nero. Il primo è il vino con cui Richard Geoffroy, deus ex machina di Dom Pérignon dal 1990, ha passato il testi­mone al suo successore Vincent Chape­ron, e rappresenta un’epitome di quello stile inconfondibile che l’ha reso leggendario. Ammaliante Louis Roederer Cri­stal, che colpisce la concentrazione unita a tensione minerale iperdefinita, la com­plessità pulsante, la profondità intensa e lo slancio elegantissimo. Stupendo e per molti il migliore è poi il Pol Roger Cuvée Sir Winston Churchill, con eleganti note floreali, succosi ribes e pompelmo rosa, brioche e nocciole tostate: cremoso.

Altre grandi cuvèe che non potete per­dere sono la Joseph Perrier Cuvée Jo­sephine, Boizel Grand Vintage e Drappier Grande Sendrée. Chicca “bianca” Delamotte Blanc de Blancs affascinante e intenso, conquista al primo sorso tra susine gialle, ananas e lemon curd, crema di nocciole, miele di sambuco e un’appassionante nota iodata.

Tra i nomi colpevolmente meno noti, cercate Saint Réol e il Brut Grand Cru 2008, assemblaggio di uve da Ambonnay, Aÿ Bouzy, Avize, Cramant, Oger e le Mesnil-sur-Oger, materia ricchissima in un’esplosione intensa di freschezza e ricchezza di frutto, con un sorso nitido e speziato, con la verve del ginger e iodio. In casa Thiénot la Cuvée Garance, lo champagne dedicato alla figlia di Alain da sole uve Pinot Noir ha complessità e ricchezza, tra note di frutti rossi e balsamicità di sottobosco, more di rovo e frutta secca, in un bel finale di freschezza speziata.

Tra i primi capolavori 2012 sul mercato c’è invece quello di Moet et Chandon: il Grand Vintage 2012 (42% Pinot Nero, 33% Chardonnay, 26% Meunier) è intenso e ricco di crema pasticceria e senape, poi mandorle, pinoli e agrumi, un vino festoso e ricco ma leggero e delicato per tanta parte del suo percorso nel palato. Rémi Leroy e il Blanc de Noirs 2012 mostra la mano biodinamica, ma soprattutto la maniacale attenzione al terroir, qui più simile alla Borgogna che alla craye champenoise: vinificato per il 40% in legno, ha profilo ricco e vinoso, tra mela annurca e susina, zenzero e caramello, fichi e miele di carrube, per un sorso deciso e sapido bella espressione del territorio in un binomio di freschezza e potenza. In casa Encry, il Millésime 2012 gessoso e affilato ha una materia agrumata cui il tempo ha donato corpo di frutta secca a smussare la tagliente acidità venata di note mentolate e pepate. Nicolas Maillart ha un Millésime 2012 con freschezza che lascia trasparire la giusta dolcezza di frutto quando serve, in un sorso snello e acceso, con finale dalla delicata eleganza nocciolata. Tra i grandi, Mumm ha poi presentato un 2012 armonico e intrigante, un’anima di agrumi tropicali e ribes, crema di nocciole e orzo, dal sorso carnoso, sapido ed elegante, decisamente gourmand (adatto alla tavola). Tra i piccoli, invece, segnaliamo Dhondt-Grellet e il Le Nogers Blanc de Blancs 2012 poco lontano da Avize, singola parcella caratterizzata da suoli argillo-calcareo sabbiosi, ha un profilo inebriante, grande freschezza espressiva tra pompelmo, timo e limone, cardamomo e fiori esotici, con un sorso verticale di susine, mandorle e finale raffinato di agrumi.

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