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17 marzo, sì alle proteste ma gli alberghi non chiuderanno

Gli albergatori italiani, che avevano minacciato lo sciopero in caso di conferma della tassa di soggiorno, accetteranno prenotazioni per la festa dell’Unità d’Italia “per non arrecare ulteriore danno al settore”

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Se fosse stata confermata, la chiusura degli alberghi per il 17 marzo sarebbe stata una vera grana. Non solo per i turisti, ma anche per gli albergatori che avrebbero così rinunciato a uno dei pochi (e redditizi) ponti per il 2011. E così, nonostante la discussa imposta di soggiorno sia stata reintrodotta con l’approvazione del federalismo municipale, Federalberghi ha deciso di accettare le prenotazioni alberghiere per il 17 marzo “unicamente per onorare il 150° dell’Unità d’Italia” e non arrecare ulteriore danno al settore. Per il presidente Bernabò Bocca la tassa di soggirorno “rischia di mettere fuori mercato migliaia di imprese. Inoltre non aiuta la ripresa economica e ci allontana da quell’alleggerimento della pressione fiscale su imprese e lavoro che da sempre andiamo reclamando”.