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Lavoro

Tecnologia al lavoro, tra interesse e preoccupazione

App, software e dispositivi informatici sono un valido supporto alle attività professionali. Ma per molti il rischio è che si perda il contatto umano

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Il nostro rapporto con la tecnologia al lavoro? In una parola, è “complicato”. È questo l’aggettivo scelto da PwC per descrivere il modo in cui i professionisti di tutto il mondo si relazionano con software, app e sistemi informatici nel corso della giornata lavorativa.

Lo rivela una recente analisi condotta dalla società di consulenza internazionale su 12mila professionisti provenienti da Canada, Cina, Hong Kong, Germania, India, Messico, Regno Unito e Stati Uniti a cui è stato chiesto di esprimere la propria opinione sui sistemi digitali che usano quotidianamente in ufficio.

Tecnologia al lavoro, tra curiosità e diffidenze

Il 73% degli intervistati sa che le tecnologie permettono di realizzare un lavoro di più alta qualità. Ma le opinioni in merito cambiano sensibilmente a seconda delle mansioni e dei ruoli che si hanno in azienda. Il 92% dei manager crede infatti che i dispositivi impiegati nel proprio ambiente professionale siano dei validi sostegni, ma solo il 68% dei dipendenti è della stessa opinione.

Discorso analogo per l’attenzione rivolta alle esigenze del personale in fatto tecnologico: il 90% dei dirigenti crede che la propria impresa prenda in considerazione i bisogni dei lavoratori quando viene introdotto un nuovo dispositivo o un software. Una percentuale che cala però sensibilmente se si analizzano le risposte dei dipendenti: solo il 53% di loro è d’accordo con i leader aziendali su questo punto.

Le competenze del futuro

I lavoratori sarebbero disposti a dedicare, in media, due giorni al mese allo sviluppo di nuove competenze digitali attraverso corsi e training organizzati dalla propria azienda. Ma solo il 50% di loro è soddisfatto delle risorse disponibili in questo campo, una percentuale che cresce leggermente per i manager (64%).

E a pesare su questa generale insoddisfazione è anche la cultura aziendale: per il 46% degli intervistati, la propria impresa non riconosce appieno gli sforzi fatti dei lavoratori per aggiornare le proprie skill digitali.

Tecnologie dal volto umano

Trovare il giusto equilibrio tra digitalizzazione e interazione umana al lavoro non è affatto facile. Lo pensa oltre la metà dei partecipanti allo studio (il 56% dei rispondenti), per i quali l’introduzione di sistemi informatici sta limitando le occasioni di confronto con i colleghi.

Le opinioni dei lavoratori sono divise anche su un altro tema, quello dell’uso dei software nelle diverse attività professionali. Quasi la metà degli intervistati, con percentuali che oscillano tra il 40 e il 45%, preferisce le interazioni faccia a faccia quando si trova a dover chiedere aiuto per dei problemi complessi, per le richieste al team di risorse umane o per la valutazione delle prestazioni.

Ma una percentuale simile di rispondenti ritiene che questi compiti possano essere completamente o parzialmente digitalizzati. Per esempio, se molti dipendenti preferiscono il contatto umano nelle performance reviews, tanti apprezzano l’immediatezza del feedback che si può ottenere attraverso i sistemi informatici.

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©Photo by @phildesforges on Unsplash