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Lavoro

Piccole imprese: dal 2011 hanno perso il 9,5% dei manager

Nelle regioni meridionali ci sono 1.022 dirigenti in meno rispetto al 2011, con una flessione di 437 unità nel 2017 rispetto all’anno precedente. L’analisi di Federmanager

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Nonostante la ripresa registrata a livello nazionale, le imprese faticano ancora. Soprattutto quelle di piccole e piccolissime dimensioni. La conferma arriva da un’analisi che Federmanager ha realizzato in base ai dati Inps, relativa al periodo 2011-2017, secondo cui le Pmi hanno perso o addirittura chiuso managerialità: in sette anni in queste realtà si è registrato un calo del 9,5% dei manager. La situazione peggiore è al Sud: nelle regioni meridionali ci sono 1.022 dirigenti in meno rispetto al 2011, con una flessione di 437 unità nel 2017 rispetto all’anno precedente. Secondo gli esperti, la colpa è dei mancati interventi che hanno fortemente pregiudicato la crescita del Mezzogiorno.L’altro dato negativo riguarda le imprese industriali con almeno un dirigente: nel periodo considerato sono diminuite del 16%, passando dalle 18.724 unità del 2011 alle 15.742 del 2017.

Le imprese più grandi soffrono meno

Se le piccole imprese faticano, quelle più grandi sembrano navigare in acque più tranquille. Nelle aziende con un numero di manager compreso tra 11 e 50, il numero medio di dirigenti è più che raddoppiato fra il 2011 e il 2017 e in quelle di grandi dimensioni, dotate di un organico superiore a 50 manager, è aumentato quasi del 50%. “Le grandi aziende stanno tenendo, anche se non sostituiscono tutti i manager che vengono esodati” ha spiegato il presidente di Federmanager, Stefano Cuzzill, che però è più preoccupato per le Pmi: “se queste imprese rinunciano a dotarsi di competenze manageriali, non solo perderanno competitività ma rischieranno di scomparire rapidamente in un mercato fortemente selettivo”.