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Lavoro

Leadership, cosa sei?

Crede in se stesso e sa motivare gli altri, si pone obiettivi ambiziosi, è un buon coach, guida con l’esempio e ha un forte senso di responsabilità. Ma come deve essere davvero un capo oggi? Tutto questo e (anche) molto più… La parola a imprenditori, manager e rettori

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Tutti riconoscono l’importanza della leadership, soprattutto in campo imprenditoriale. Ricerche e letteratura sull’argomento non mancano, per non parlare delle somme investite ogni anno dalle aziende per il suo sviluppo (secondo l’American Society of Training and Development le sole imprese statunitensi spendono in media il 24-30% del budget per la formazione dei dipendenti proprio per lavorare sulla leadership, ossia oltre 40 miliardi di dollari ogni 12 mesi), ma quando si tenta di darne una definizione difficilmente i pareri coincidono. Eppure non si tratta di una scienza in continua evoluzione, bensì di un concetto millenario. Cos’è dunque la leadership? E poi, leader si nasce o si diventa? Lo abbiamo chiesto a dieci tra manager, imprenditori e accademici. Figure professionali e personalità diverse con un particolare in comune: per tutti loro la leadership riveste un ruolo essenziale. Ne è emerso un mosaico composito che chiama in causa capacità innate e acquisite, ma anche un forte richiamo all’etica e al senso di responsabilità.

Pierluigi Bernasconi

Amministratore delegato MediamarketIl concetto di leadership riassume in sé la capacità di qualcuno di coagulare un gruppo di persone intorno a un’idea, facendo sì che questa idea diventi il loro scopo principale, per poi gestire questo gruppo in modo coerente, con valori etici condivisi. Perché tutto questo sia possibile credo che, fondamentalmente, si debba essere degli ottimi comunicatori; intendo dire persone che sappiano comunicare, ma anche ascoltare. E poi si devono avere tenacia e convinzione per superare i momenti critici con determinazione. Leader che si abbattono alla prima difficoltà perdono immediatamente la caratteristica di leader. Anzi, devono saper motivare gli altri anche nei momenti più difficili. Ultima cosa, ma non meno importante, bisogna avere un approccio etico alle cose, quindi non solo avere un’ottima reputazione, ma seguire comportamenti al di sopra di ogni sospetto. Tutto questo nasce, secondo me, da una predisposizione naturale, che può essere migliorata per alcuni aspetti, ma non si può creare. O ce l’hai o non ce l’hai.

Marco Boglione

Presidente BasicnetLa leadership è importantissima, perché consente a chi ce l’ha di farsi aiutare. E da soli, di certo, non si combina niente. Per questo è una qualità indispensabile per gli imprenditori. Il problema è che una persona non può decidere di essere un leader, sono gli altri a decretare se qualcuno lo è. Perché lo facciano credo sia necessario avere una vision, un obiettivo in cui credere fermamente, solo così altre persone potranno condividere questo obiettivo e contribuire a perseguirlo. La leadership è una conseguenza, non una causa. Non serve a nulla essere bravi oratori e fare dei corsi se non si ha un progetto, una missione forte. Missione che però deve essere “responsabile”. Come disse Churchill «il più grande sbaglio che un leader possa fare è dare alla gente delle false speranze, che poi si sciolgono come palle di neve». Un vero leader sente una profonda responsabilità su di sé. Ecco, per riassumere direi che la leadership è la conseguenza di una visione responsabile.

Alfonso J. Bosch

Ceo Birra PeroniLa leadership, in teoria, è semplicemente “guidare verso il raggiungimento di un obiettivo”. La vera leadership è più complessa, e non consiste solo nel guidare con autorevolezza, ma nel farsi seguire dalla propria squadra, che è contenta, fiduciosa e motivata nel farlo. Il vero leader è quello capace di motivare ogni persona affinché possa dare il meglio e raggiungere, attraverso la squadra, un risultato maggiore della somma delle singole parti. Creare quindi un team che si sente capace di sfidare lo status quo e di fare “cose grandi”. La trasparenza, il rispetto verso i singoli e il gruppo, così come l’equità, sono caratteristiche fondamentali di una leadership forte e in grado di fare squadra: non c’è leader senza squadra! Sicuramente se guardiamo ai grandi leader della storia, possiamo riconoscere in loro caratteristiche innate che li hanno portati a differenziarsi. Questo però non esclude che leader si possa comunque diventare, possedendo delle caratteristiche di base che vanno amplificate e quindi padroneggiate.

Bruna Bottesi

Vice president e general manager HP Imaging&Printing GroupPer essere un leader bisogna iniziare dalla credibilità: individuare i problemi e correggerli subito, mostrarsi aperti e avere il coraggio di non nascondersi dietro le difficoltà e le sfide di un mercato instabile. Altro aspetto che distingue una leadership forte è la consapevolezza che le persone sono il capitale più significativo di un’azienda, consapevolezza che si concretizza in ascolto attivo, interesse per i successi e il benessere personale dei singoli, nel non tirarsi indietro, nell’essere un esempio coerente e perciò credibile. E poi un leader non guarda solo al breve termine, seppur importante, ma ha una visione da condividere con gli altri e cui gli altri possano credere. Infine, la comunicazione a tutto tondo è indispensabile per poter fare da aggregatore di consensi verso le proprie idee e scelte. Leader si nasce o si diventa? Ritengo che sia un connubio delle due cose: c’è una predisposizione che però è influenzata dall’ambiente in cui si cresce, gli stimoli che si ricevono, la curiosità e la voglia di conoscere e anche dalla fatica che talvolta bisogna sostenere per essere un leader credibile.

Carlo Carraro

Rettore Università Ca’ FoscariEssere leader è un mix di più caratteristiche. Richiede lungimiranza, capacità decisionale, problem solving, rapidità e lucidità nell’affrontare le questioni e nel pianificare le strategie. La leadership è una caratteristica che viene riconosciuta dall’esterno, non intrinseca come invece tutti gli elementi che, combinati assieme, contribuiscono a crearla. Insomma, un leader forte lo è solo nel momento in cui le qualità che lo rendono il migliore (o uno dei migliori) nel suo settore sono palesi. A quel punto credibilità, autorevolezza e, in alcuni casi, anche autorità fanno il resto. Un leader forte non è però quello che confonde autorità con autoritarismo, tra le qualità che trasformano una persona in un leader c’è di certo anche quella di saper riconoscere in maniera oggettiva meriti e capacità, errori e punti deboli. Di saper tracciare una strategia di crescita e di creare consenso attorno ad essa. Penso che esista una predisposizione personale figlia del contesto sociale, economico e formativo in cui ciascuno di noi è cresciuto. Ma rafforzare la propria leadership non solo è possibile, credo sia anche fondamentale per un leader. Significa riflettere sul proprio ruolo, sul proprio lavoro e sul modo con cui si riesce a costruire e motivare la propria squadra.

Gianmaria Donà dalle Rose

Amministratore delegato 20th Century Fox Home Entertainment ItaliaCredo che leadership significhi soprattutto condividere gli obiettivi con i propri collaboratori e vivere insieme a loro il progressivo raggiungimento (o meno) di questi obiettivi. Bisogna essere chiari e trasparenti sul target che ci si è dati, i ragionamenti che hanno portato a quella scelta e il percorso necessario per raggiungerlo, dopodiché, non meno importante, il cammino intrapreso deve essere continuamente verificato insieme. Questo porta automaticamente alla leadership. Non credo a parole come carisma o leadership naturale, ma in un metodo fatto di alcuni step. Questa è la mia esperienza. Tutte le volte che ho trovato dei collaboratori che, secondo me, riconoscevano la leadership, era proprio perché si era applicato questo sistema di trasparenza negli obiettivi e nel loro raggiungimento. L’ho appreso quando lavoravo alla Procter & Gamble, che è stata la mia prima esperienza di lavoro, in occasione di un corso su motivazione e leadership, e da allora l’ho sempre adattato alle diverse realtà aziendali che ho vissuto.

Massimo Egidi

Rettore Università LuissNon vorrei parlare “librescamente”, ma sulla base dell’esperienza. Secondo me un ingrediente fondamentale della vera leadership è la fiducia, ossia che le persone abbiano fiducia in qualcuno e arrivino a identificarsi in molte delle sue scelte. Ovviamente questa fiducia va meritata. Un vero leader si riconosce da questo fatto: è capace di proporre a coloro che gli sono legati anche sacrifici, situazioni che apparentemente non portano vantaggi immediati, perché garantisce con la sua persona (grazie alla fiducia su cui può contare) che questo porterà comunque un vantaggio collettivo e individuale nel lungo periodo. La figura del leader è proprio quella di chi riesce ad ottenere un tale scambio tra presente e futuro. Direi quindi che la leadership si può conquistare, ma deve esserci alle spalle un’impronta etica forte, una personalità integra. Il carisma è solo un veicolo: se dietro non c’è una persona retta, capace di create reale benessere a sé e agli altri, la leadership non solo non serve a nulla, ma è distruttiva.

Christian Laurent

Amministratore unico Clarins ItaliaTre parole definiscono per me la leadership: potere, autorità, legittimità. La vera leadership consiste nella capacità di integrare i cambiamenti e trasformarli in punti di forza, facendo comprendere le opportunità che nascondono ai propri collaboratori. Le qualità essenziali sono diverse. Innanzitutto la comunicazione. Il leader vive nell’anticipazione e la comunica; vede segnali prima e più degli altri degli altri, li interpreta e mira a essere sempre compreso dalla propria equipe. I suoi messaggi devono essere coerenti e consistenti (quasi ripetitivi). Un’altra qualità chiave è l’organizzazione, così come non deve mancare la capacità di trovare sempre la soluzione “intelligente” tenendo presente la nozione di “calcolo del costo del compromesso”. Infine necessita di intelligenza intellettuale, che permette una buona comprensione delle situazioni, ma anche emotiva, perché per essere leader bisogna avere grande conoscenza e consapevolezza di sé, oltre a scegliere attentamente i propri collaboratori. Alla base ci deve essere una predisposizione, ma rafforzare la propria leadership è fattibile, anzi per un manager è un dovere. Oggi ci sono corsi validi ed efficaci.

Attilio Redivo

Amministratore delegato Mediacom ItaliaFondamentalmente credo che la caratteristica identificativa di un leader sia il coraggio. Bisogna avere il coraggio di guardare oltre il presente, il coraggio di prendere decisioni difficili, il coraggio di trovare strade nuove mai provate prima e poi anche il coraggio di trovarsi, in alcuni casi, soli con se stessi, perché non sempre quello che il leader fa viene compreso e condiviso. Ovviamente poi questa qualità deve essere accompagnata da preparazione, competenza, intelligenza, attenzione ai bisogni delle persone, ascolto. Ma senza coraggio non credo si possa parlare di un vero leader. Purtroppo chi nasce coniglio difficilmente si trasforma in leone, anche se va a scuola dai leoni. Con questo voglio dire che se tante caratteristiche della leadership come competenze e abilità di relazione si possono acquisire, se manca la materia prima del coraggio c’è poco che si possa fare per conquistarla.

Gabriella Scarpa

Country general manager Lvmh parfums et cosmetiques, a.d. Christian Dior Italia, presidente Acqua di Parma La vera leadership è la capacità di guidare un team con autorità legata alla competenza e alla determinazione nel raggiungere gli obiettivi. Ovviamente carisma e personalità sono caratteristiche caratteriali che danno un grande contributo. Potremmo dire che una leadership forte si contraddistingue per: visione strategica e capacità di coinvolgimento di un team che da questo venga motivato; individuazione dei problemi e della loro soluzione con rapidità e determinazione; capacità negoziali in ogni area della sfera delle relazioni; una “presenza” che si distingua, non necessariamente per l’aspetto fisico, ovvero la bellezza, ma per una forza emanata naturalmente. Al contrario sarà una leadership debole quella che punta solo sul “potere” della posizione, senza essere supportata da competenza e capacità, che manca di condivisione, che tende a non prendere decisioni. Non tutti sono caratterialmente in grado di essere leader, difficilmente un timido cronico potrà “comunicare” con il linguaggio del corpo e guidare, a meno di essere in una situazione di estremo dispotismo. Dopodiché resta il fatto che si deve lavorare per rafforzare la leadership naturale aggiungendo la necessaria esperienza progressiva, il learning e un forte e costante teamwork che aiuta attraverso il confronto a crescere e percepire il cambiamento.