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Lavoro

Lavoro: i trend tecnologici del 2021

Anche in Italia lo smart working non sarà un fenomeno passeggero. Le previsioni di Jabra sulle apparecchiature che sarà necessario implementare per rendere al meglio

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Il 2020 sarà ricordato come l’anno in cui l’ambiente professionale ha subito un cambiamento senza precedenti. La pandemia di Covid-19 e le conseguenti sfide legate al lavoro flessibile sono state numerose e hanno interessato anche le aziende più innovative e resilienti, impegnate a mantenere il proprio personale produttivo, concentrato e soddisfatto.

Gli studi portati avanti a livello globale durante la pandemia, con l’analisi degli approcci dei leader aziendali di tutti i settori, indicano in modo unanime che la tecnologia sarà al centro di tutte le nuove modalità lavorative. Secondo Jabra, società specializzata in dispositivi per le comunicazioni a mani libere, tra le sfide che le aziende avranno di fronte nei prossimi mesi del 2021 – quando la pandemia costringerà a considerare lo smart working una necessità anche per i datori di lavoro più scettici – ci sarà quella di consentire ai lavoratori e ai team la connessione da remoto e garantire ai medesimi un alto livello di partecipazione alle attività. Al tempo stesso, le imprese devono riconfigurare e ridimensionare le strutture fisiche per riportare gradualmente e in sicurezza i gruppi di lavoro negli uffici.

Le sfide dello smart working

Durante questi mesi quasi tutti i lavoratori hanno potuto toccare con mano i vantaggi del lavoro flessibile ha i suoi vantaggi. Le ricerche hanno dimostrato che l’empatia tra i colleghi può aumentare, e inoltre un approccio ibrido consente ai dipendenti di godere di un più sano equilibrio tra lavoro e vita privata. Ma questa modalità non è priva di ostacoli. Alcune aziende garantiscono già indennità e supporto per l’installazione di veri e propri uffici domestici, ma in generale tutti i dipendenti dovrebbero vedere soddisfatte le loro esigenze in termini di apparecchiature di base. Il poter lavorare in modo agile richiede una connettività flessibile ed è sempre più necessario dotare tutti di auricolari wireless in modo da permettere loro di partecipare a riunioni o chiamate senza essere legati alla postazione.

Con l’aumento dei canali di comunicazione che il lavoro da remoto ha portato, è emersa anche una più alta necessità di connettività multipoint. Questo, sottolinea Jabra, perché ci destreggiamo tra più dispositivi di lavoro – laptop, smartphone e altri device connessi – e abbiamo bisogno di un accurato controllo del loro funzionamento.

Riunioni e spazi di collaborazione

In un’epoca in cui una sala conferenze da dieci posti è diventata un ambiente per quattro persone, gli spazi di collaborazione aggiuntivi diventano più importanti. Le persone andranno al lavoro principalmente per collaborare. Pertanto, gli open-space verranno riconfigurati per supportare le maggiori esigenze di collaborazione e ci sarà sempre almeno un partecipante da remoto in ogni riunione. Nel corso del prossimo anno assisteremo a una rivisitazione mirata degli spazi negli uffici e alla riconfigurazione di tutte le sale riunioni.

Secondo Jabra, la necessità di aumentare le apparecchiature per videoconferenze negli spazi fisici in cui le persone lavorano diventa sempre più urgente. Mentre il 2021 vedrà lo sviluppo di soluzioni senza contatto per le sale-riunioni per mantenere la sicurezza, la tecnologia di video collaboration consentirà un’analisi nella stanza per indirizzare i dati sull’utilizzo ai team IT e ampliare le capacità della sala. Con la tecnologia del conteggio delle persone, le imprese inizieranno a monitorare la capacità numerica delle persone in una stanza, riconfigurando gli spazi di conseguenza.

Presenza virtuale e livelli di stress

Con il video ormai onnipresente nella nuova normalità, il prossimo anno vedrà importanti sviluppi nell’umanizzare ulteriormente l’esperienza virtuale. Una recente ricerca di Microsoft ha dimostrato che la mancanza di prossimità fisica nelle riunioni video, il linguaggio del corpo di difficile lettura, e una riduzione della gamma di segnali visivi e audio, sono fattori che hanno causato un alto livello di affaticamento di molti impiegati e di lavoratori da remoto. Questo a causa dei livelli di concentrazione richiesti e sostenuti.

La ricerca ha scoperto anche che i markers delle onde cerebrali inerenti al superlavoro e lo stress sono notevolmente più alti nei video-meetings rispetto all’attività senza riunioni. Con un calo della concentrazione che si verifica dopo 30-40 minuti e l’aumento dei livelli di stress quantificabile in circa due ore nel giorno.

Man mano che la tecnologia audio e video migliorerà, inizierà ad aumentare la nostra consapevolezza riguardo alla presenza virtuale, riducendo il carico cognitivo che causa l’affaticamento della concentrazione.

La situazione italiana

“Il quadro dell’Italia è da sempre in chiaro-scuro quando si parla di smart working (e di dispositivi business abilitanti): se da un lato le grandi aziende avevano già intrapreso politiche di lavoro agile e quindi si sono ritrovate non troppo impreparate, la piccola e media impresa, il vero tessuto dell’economia italiana, ha da sempre faticato ad accettare e implementare questi nuovi modi di lavorare basati sulla fiducia, sulla responsabilizzazione del personale e sull’individuazione di KPI precisi e misurabili”, commenta Umberto Serra, Sales Director Distribution & Inside Sales South Emea at Jabra. Ma il Covid-19 ha travolto tutte le certezze esistenti e ha decisamente dato il via a quello che per ora appare come remote working più che come lavoro smart: la sfida per il futuro del Paese sarà quella di continuare a lavorare in maniera nuova e più produttiva.

“Tutti gli indicatori in nostro possesso insieme a studi di università e centri di eccellenza, ci indicano che lo smart working non sarà un fenomeno passeggero”, conclude Serra. “È fondamentale però che questo venga regolato nella maniera più giusta e che – guardando ai lavoratori – essi vengano messi nelle condizioni di lavorare realmente ovunque (e non soltanto da casa come accade ora) attraverso le giuste policy e i dispositivi più corretti”.