Lavoro
Imprese femminili: la risposta alla crisi
Crescono più della media, sono ormai il 21% del sistema e promettono di superare i limiti dell’economia italiana. Nonostante la «solitudine» delle imprenditrici
La risposta italiana alla crisi è tutta in rosa. Le imprese al femminile infatti crescono (+0,73%) oltre la media (0,42%) e sono ormai il 21,4% del tessuto produttivo del nostro Paese per un totale di 1,3 milioni di aziende.
Lo racconta lo studio di Unioncamere: le donne rispondono meglio alla crisi attraverso la strada dell’autoimpiego quando perdono il posto di lavoro. Le imprese “in rosa” si concentrano nei servizi alla persona e alle imprese, nel turismo sostenibile, nel recupero delle tradizioni agroalimentari, nella tutela del paesaggio e del patrimonio artistico e culturale.
Nonostante il poco supporto che le lavoratrici e le imprenditrici in particolare ricevono le nostro Paese, dunque, il trend è in crescita. Quasi due terzi delle aziende ha meno di 14 anni di vita così come il 65% delle attività è costituito da imprese individuali. Si tratta per la quasi totalità di entità che non superano i 5 dipendenti (94,2%).
Così tra le 4.276 aziende italiane con più di 250 addetti, quelle guidate da donne sono appena 230 (il 5,4%), e fra le 1.734 grandi (oltre i 500 addetti) si scende a 80 (il 4,6%).
«L’impresa femminile si conferma meno strutturata e più sottodimensionata rispetto alla media dell’imprenditoria nazionale», dice il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, al Sole 24 ore, «e proprio per questo ha ampi margini di sviluppo che vanno colti per ridare slancio all’occupazione e alla crescita. Va sostenuto e promosso il desiderio di tante donne, capaci e qualificate, che guardano all’impresa e al mercato come un’opportunità per essere protagoniste del proprio progetto di vita. Di fronte a queste aspirazioni e con un’economia che non riparte, le istituzioni hanno il dovere di dare risposte concrete per facilitare questi percorsi».
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