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Lavoro

Great Resignation addio? Il 71% degli italiani non cambierà lavoro

Un’indagine globale del gruppo Adecco evidenzia una netta inversione di tendenza rispetto allo scorso anno. Migliora fortemente il percepito verso il proprio salario: il 58% dei lavoratori ritiene sia adeguato all’aumento dei costi

architecture-alternativo Credits: Sam Edwards/iStockPhoto

Una netta inversione di tendenza rispetto ai desideri e aspettative dei lavoratori italiani. È quanto segnala il Global Workforce of the Future, nuova edizione dello studio condotto dal Gruppo Adecco che sembra mettere la parola fine al fenomeno della Great Resignation.

Great Resignation ai titoli di coda in Italia 

Solo il 18% degli italiani intervistati, infatti, ha espresso il desiderio di cambiare lavoro, mentre ben il 71% desidera rimanere nella posizione lavorativa attuale. Non solo. Tra coloro che desiderano cambiare lavoro, il 45% non sta cercando attivamente nuove opportunità, ma è aperto a proposte. Il 19% è stato contattato da recruiter o aziende, mentre un altro 19% sta cercando in maniera proattiva.

“Sicuramente ciò che emerge con chiarezza dai dati è un desiderio di stabilità dei lavoratori e una crescente attenzione da parte delle aziende alle esigenze dei propri dipendenti, ma è fondamentale essere consapevoli che le sfide non sono finite, anzi”, commenta Sergio Picarelli, presidente di The Adecco Group Italia. “Emerge una chiara attenzione dei lavoratori verso percorsi di crescita professionali, che sappiano valorizzarli al meglio, e si consolida la richiesta di avere un maggiore bilanciamento fra vita e lavoro. Serve quindi una migliore consapevolezza da parte dei manager e dei responsabili di azienda, i primi in grado di avere un impatto positivo sul proprio ambiente di lavoro”.

Cambiare o non cambiare lavoro? Le motivazioni

Le principali motivazioni espresse dai lavoratori che desiderano cambiare lavoro includono un miglior salario (26%), l’insoddisfazione verso la propria mansione attuale (19%), un miglior bilanciamento tra vita e lavoro (18%), migliori benefit extra salario (16%) e un maggiore investimento dell’azienda nella loro formazione (12%).

D’altro canto, coloro che desiderano rimanere nel loro attuale impiego citano la stabilità (20%), un buon bilanciamento tra vita e lavoro (18%), l’utilizzo delle proprie skill a lavoro (16%), il salario (12%) e la cultura aziendale (11%) come i principali motivi per restare.

Il dato che segna il contrasto più forte rispetto al 2022 è il percepito del proprio stipendio: il 58% dei partecipanti ritiene che sia adeguato all’aumento dei costi, mentre il 35% non lo considera adeguato, e il 7% è incerto. Nel 2022, ben il 61% evidenziava di non ritenere il proprio stipendio adeguato a far fronte al caro vita.