Lavoro
Confcommercio, contratto in stile Marchionne. No Cgil
Dopo sette mesi di trattative, senza scioperi e polemiche, è arrivato l’accordo per i 2 milioni di lavoratori del commercio e dei servizi. Tra le novità aumento mensile di 86 euro dal 1° gennaio 2011 e lotta all’assentesimo
Nuovi contratti anche nel mondo del Commercio. Dopo le lunghe polemiche e i referendum per i nuovi accordi di lavoro proposti per i dipendenti Fiat da Sergio Marchionne, anche Confcommercio sigla il nuovo contratto di lavoro per gli oltre 2 milioni di lavoratori del commercio e dei servizi. Un contratto firmato in accordo con i sindacati Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, ma non dalla Cgil. Il nuovo contratto avrà durata treinnale e, fra le misure principali, prevede un aumento salariale mensile di 86 euro con decorrenza dal primo gennaio 2011.Dopo 7 mesi di trattative arriva così il nuovo Contratto nazionale di Lavoro del terziario di mercato, distribuzione e servizi. “Un risultato importante – sottolinea una nota di Confcommercio – che premia gli sforzi di entrambe le parti per ricercare soluzioni utili ad affrontare le esigenze di competitività delle imprese commerciali e dei servizi che stanno scontando ancora oggi gli effetti di una crisi lunga e profonda e che ha avuto pesanti ripercussioni sulla domanda interna. Nonostante questa bassa crescita il contratto garantirà ai lavoratori aumenti salariali compatibili con il valore economico di riferimento concordato tra le parti, conosciuto come IPCA che prevede un incremento complessivo nel prossimo triennio del 5,61%”. Oltre al potenziamento del welfare e del II livello di contrattazione, il contratto prevede: – Un intervento del Contratto nazionale – unico tra tutti i contratti – che prevede la lotta agli abusi legati all’assenteismo per malattia potenziando tra l’altro le tutele a favore dei lavoratori colpiti da gravi patologie; – Un’introduzione graduale del monte ore dei permessi individuali legato all’anzianità di servizio; – Il completo recepimento dei principi dei protocolli sulla riforma del modello contrattuale del 17 dicembre 2008 e del 22 gennaio 2009, unitamente al recepimento delle disposizioni del “Collegato Lavoro” per favorire e potenziare le funzioni affidate alle parti sociali in materia di conciliazione, arbitrato e certificazione dei rapporti di lavoro.
“Con questo contratto – sottolinea Francesco Rivolta, direttore generale di Confcommercio – il sistema delle imprese raggiunge il primario obiettivo degli incrementi di produttività. È evidente che, dopo la firma di oggi di Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, ci auguriamo che al più presto venga sottoscritto anche dalla Filcams Cgil per poter aprire una stagione di maggiore responsabilità e collaborazione tra le parti sociali al fine di modernizzare le relazioni sindacali e raggiungere quella coesione sociale di cui il Paese ha estremamente bisogno”.
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