Lavoro
Cgia, 8 mila assunti in tre mesi grazie al Jobs Act
Non decolla il Tfr in busta paga, ma il nuovo contratto a tutele crescenti può smuovere il mercato del lavoro
Una promozione e una bocciatura: così valuta in maniera preliminare la Cgia di Mestre le due grandi novità introdotte dal governo negli ultimi mesi che diventano realtà con l’inizio del mese di marzo.
Le buone notizie arrivano dal Jobs Act che – dati Unioncamere – potrebbe portare un saldo positivo di 8.390 assunzioni nei prossimi tre mesi. Un anno fa, la stessa indagine parlava di -14.500 unità.
JOBS ACT SU. Per il segretario degli Artigiani di Mestre «è utile sottolineare che questi dati non hanno nessun rigore statistico. Tuttavia, essendo il risultato di un’indagine telefonica su un campione qualificato di titolari d’azienda, ci consente di testare lo stato d’animo delle imprese che, a quanto pare, sembra meno negativo di qualche mese fa».
«Certo, non sappiamo se il previsto aumento della platea occupazionale sia dovuto alle misure previste dal Jobs act», aggiunge Giuseppe Bortolussi, «oppure sia da ricondurre alle agevolazioni contributive introdotte con la legge di Stabilità 2015, che dal primo gennaio consentono alle aziende che assumono un lavoratore con un contratto a tempo indeterminato di non versare alcun contributo previdenziale per ben tre anni. Sta di fatto che qualche segnale positivo comincia a fare capolino anche nel mercato del lavoro del nostro Paese».
TFR GIU’. Poco interesse sta riscontrando invece la possibilità di avere subito il Tfr in busta paga. Si tratterebbe di circa 71 euro in più per un operaio con lo stipendio di 1.200 euro netti al mese e 112 per un impiegato da 1.600 euro.
Qui il dato è di Confesercenti e rivela che appena 6 dipendenti su 100 hanno già fatto richiesta per averlo e al massimo un altro 11% vorrebbe farlo entro la fine del 2015. La stragrande maggioranza dei dipendenti (l’83%) continuerà invece ad accumulare il trattamento di fine rapporto.
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