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Lavoro

Armonia d’interni

Meno stress, pensieri più nitidi, maggiore efficienza. Tutto grazie a una migliore disposizione degli spazi e degli oggetti che ci accompagnano durante la giornata lavorativa. Business People svela come fare. E, per una volta, potrete lasciarvi andare all’idea che la forma conti più della sostanza. Come organizzare l’ufficio seguendo i dettami del Feng Shui

La qualità del lavoro comincia dalla qualità dell’ambiente in cui si lavora. Mauro Bertamè, senior Architect and designer Architer of Feng Shui, non ha dubbi: «Disporre al meglio l’ambiente è disporre al meglio noi stessi». Ed è proprio questo l’obiettivo dell’arte del Feng Shui (pronuncia “fengsciuei”), disciplina nata in Cina più di 4.000 anni fa che studia il paesaggio, le sue forme, i flussi elettromagnetici, con l’intento di creare luoghi armonici attraverso giuste scelte di orientamento, arredamento, decorazione, divisione degli spazi e colori.

Come riorganizzare il proprio spazio di lavoro seguendo i dettami del Feng Shui

UN VANTAGGIO SULLA CONCORRENZA

E in effetti, se nei territori del Drago (Hong Kong, Malesia e Singapore) da sempre nessun manager muove mai un dito senza aver prima consultato un esperto di questa disciplina, oggi anche in Occidente ci sono numerosi businessman che si sono resi conto che il Feng Shui può aiutarli a concludere meglio i loro affari. È così che nasce il successo del Feng Shui, e tra i più noti personaggi e aziende che ne fanno uso non troviamo solo ambientalisti integralisti e maniaci delle filosofie new age, ma anche vere e proprie star come Bill Gates, Steven Spielberg, George Clooney e multinazionali del calibro di Coca-Cola, McDonald’s, Sony, Shell, Procter&Gamble, Paine Webber, McKinsey, come quasi tutte le banche più affermate. La città Feng Shui per eccellenza? La rampante Hong Kong, dove nessun dettaglio è lasciato al caso. Vedere per credere. Anche in Italia sono ormai tanti gli imprenditori e i top manager che si avvalgono di questa marcia in più. Ma senza pubblicizzarlo troppo, dato che, chi ne ha provato gli effetti, la ritiene pur sempre un vantaggio sulla concorrenza. «Da noi c’è anche da superare un pregiudizio culturale che vede il Feng Shui come l’ennesima bislacca stregoneria», afferma Mauro Bertamè. «Invece si tratta di una antichissima scienza umana, utilizzata tacitamente dai più grandi architetti del mondo. È una confluenza di tre grandi scuole di pensiero. La cultura confuciana del rigore e della legge. Quella del buddismo dell’amore, e infine la cultura taoista del concetto di equilibrio tra yin e yang, pieno e vuoto. Il Feng Shui, quindi, porta armonia attraverso il rispetto di ogni cosa, la proporzione delle forme e la scansione dei pieni e dei vuoti».

ENERGIA DELL’AMBIENTE

Il concetto alla base del Feng shui è quello di energia, Chi (pronuncia “ci”). La traduzione letterale delle parole feng e shui è vento e acqua. È attraverso il vento e l’acqua che l’energia fluisce nella natura e nell’universo. «Il Chi non dovrebbe mai essere ostruito, ma equilibrato», continua Bertamè, «deve essere in grado di entrare senza difficoltà negli edifici e di muoversi liberamente all’interno di essi, così come avviene in natura. Se il flusso d’energia è aumentato (come ad esempio in lunghi corridoi) o troppo rallentato (come nelle zone dove si ammassano vari oggetti inutili) si trasforma in fonte di malessere». Sono più di 60 i fattori considerati nell’analisi Feng Shui di uno spazio. L’orientamento, l’ingresso, la forma, la disposizione interna, i colori, le decorazioni, le finestre, l’arredo, l’ambiente esterno, solo per citarne alcuni. Ma spesso anche piccoli interventi sono sufficienti per riattivare e riequilibrare un ambiente.

ORDINE ESTERNO E INTERNO

Da dove iniziare dunque? «Dall’idea di armonia», spiega Bertamé. «Il vero Feng Shui andrebbe fatto anzitutto nel nostro spazio interiore. Ordine, rispetto di noi stessi, giuste scelte di vita, mente calma, non inquinata da pensieri negativi». Ma tornando all’“esterno”? «Si parte dalla forma», chiarisce l’esperto. «In architettura ci sono tre parametri fondamen-tali su cui si opera: la forma, la funzione e la sostanza. Nell’architettura occidentale hanno uguale importanza. Nel Feng Shui non è così. Qui se la sostanza vale uno, la funzione vale tre e la forma nove. Ovvero i materiali che scelgo sono molto meno importanti della funzione e ancore meno importanti della forma dell’edificio. In Cina, se un edificio ha una forma “sbagliata”, raramente ristrutturano: lo buttano giù e lo rifanno». Certamente, quando la forma non è armoniosa si può comunque perfezionare con giuste scelte di materiali, decorazioni, disegni pavimentali cornici e fregi. «Ma un buon inizio parte da una forma armonica che viene spesso determinata dopo un’accurata analisi delle geopatie, una lettura dei campi magnetici. Se la stanza del capo ha la scrivania su un nodo di Hartmann siamo finiti, perché quando un corpo permane in punti perturbati del campo elettromagnetico, altera il proprio equilibrio e rischia lievi disturbi (agitazione, crampi, starnuti ripetuti, ansia), e sintomi funzionali più complessi (insonnia, dolori, mal di testa e nevralgie). Sottolineo che questi concetti oggi si attribuiscono alla bioarchitettura, ma derivano dal Feng Shui».

Nodi di Hartmann

Ernst Hartmann, dell’università di Heidelberg, è considerato uno dei pionieri della geobiologia. Hartmann parla di rete globale, o rete H, che sarebbe distribuita sull’intera superficie della Terra e si innalza attraverso tutta la biosfera facendo supporre un irraggiamento proveniente dall’interno del globo. La maglia, che si restringe verso i Poli e si allarga verso l’Equatore, è composta da fasce larghe circa 20 centimetri: determinare la loro posizione precisa è possibile ma difficile per la relativa instabilità, perché risente dell’influenza dei fattori geofisici e delle perturbazioni elettromagnetiche naturali e artificiali. Le fasce del reticolo hanno effetti negativi, soprattutto nei punti di incrocio, detti nodi H, che sono energeticamente più attivi. A rendere ancora più attivo un nodo H è la presenza nel sottosuolo di corsi d’acqua. www.uniurb.it

Una volta “disegnata” la forma, si stabilisce il baricentro, il fulcro centrale dello spazio che non deve essere mai ostruito «e da lì, con lo schema del Bagua si identificano gli otto ambiti spazio-temporali più propizi per ogni attività in modo da collocare ogni cosa al posto giusto». L’obiettivo, soprattutto in un ufficio, che deve avere energia viva e attiva, è che tutti i punti dello spazio siano il più carichi possibile. «In generale per permettere a questo flusso di muoversi gli ambienti non devono essere troppo pieni. Quindi, meno oggetti avete, meglio è». Poi si passa all’altro elemento chiave: l’ingresso. «Se le pareti sono i confini del proprio spazio e hanno funzione di privatizzare, proteggere da ciò che sta fuori, la soglia è il punto di passaggio e deve essere “difendibile”. A seconda di come è orientata, entro nello spazio con armonia o disarmonia, fortuna o sfortuna». Ogni ufficio in ogni caso rimane una realtà a se stante: tanto fa anche la personalità del capo e cosa si produce. I costi? «Molto vari, dipende dal tipo di intervento che si desidera. Considerate un’unica cosa: se un esperto di Feng Shui esce da una stanza senza che tu te ne accorga, è un vero esperto. Se usa campanellini, fontanelle e altre stregonerie, allora diffidate. Più l’intervento è sottile, più è raffinato e incisivo».

La mappa del Bagua

Strumento chiave del Feng Shui, il Bagua (Ba: otto, Gua: area), è una mappa del mondo energetico. Tradizionalmente è rappresentato come un ottagono con otto sezioni che circondano il centro (il tai chi). Il Bagua divide ogni spazio in otto aree e ogni area corrisponde a un aspetto della vita privata o lavorativa (carriera, relazioni, famiglia, prosperità, Creatività, amicizie, conoscenze, reputazione). Questa scuola considera fondamentale la porta di entrata, sia quella principale che quella di qualsiasi altra stanza: orienteremo quindi la griglia Ba-Gua a partire dalla porta d’ingresso con il Sud davanti e il Nord dietro). Il Ba-Gua può essere sovrapposto non solo alla pianta della casa e alle singole stanze, ma anche ad una scrivania o ad un mobile, sempre con il Nord dalla parte dell’osservatore (per esempio nel caso di una scrivania il Nord lo sovrapporremo dalla parte della sedia). Quando è seduta alla scrivania, ad esempio, la persona è collocata nell’ambito della Carriera; alla sua sinistra si trova la zona della Conoscenza e alla destra la zona delle Relazioni sociali. Di conseguenza il telefono dovrebbe essere posizionato a destra e il computer, se non è utilizzato prevalentemente come strumento di comunicazione, specie per chi lavora su Internet, dovrebbe essere posto nell’ambito della Conoscenza e quindi alla sinistra di chi lavora. L’area del Matrimonio avrà un’influenza positiva non solo sulla vita di coppia, ma anche sulle relazioni con i soci e i colleghi, per cui sarà possibile collocarvi i fascicoli corrispondenti. L’area dei Figli avrà un’influenza positiva sulle relazioni e sui progetti che si ha in mente di realizzare. L’area della Fama influirà sui supporti delle attività legate all’affermazione dell’azienda o della persona. Nella zona della Ricchezza andranno sistemati i resoconti delle entrate, i crediti e gli ordini. Ma non il bilancio o i debiti, per evitare che essi aumentino di valore.