Hi-Tech
Monster fa causa ad Apple per Beats
Il produttore di accessori e componentistica audio accusa Apple, Beats e Itc di aver complottato per escluderlo dal business
Oltreoceano l’hanno già ribattezzata la guerra delle cuffie. E a fronteggiarsi sono due colossi: da un lato Monster, produttore di accessori e componentistica audio, e dall’altro la Beats Electronics, il produttore di cuffie, auricolari e altoparlanti acquistato lo scorso maggio dalla Apple per 3,2 miliardi di dollari.
Una transazione che Monster giudica scorretta e che ha spinto il gruppo a denunciare Apple, Beats, i fondatori di Beats, ossia il noto rapper e produttore Dr. Dre e il discografico Jimmy Iovine, e l’azienda taiwanese Htc. Per capire le ragioni alla base di questa azione legale occorre fare un passo indietro.
L’ACQUISIZIONE SOSPETTA. Nel 2009 Beats Electronics e Monster firmano un contratto per sviluppare Beats By Dr. Dre: una linea di prodotti che ha di fatto decretato il successo commerciale di Beats.
Nel giro di pochi anni il sodalizio però si incrina e nel 2011 la taiwanese Htc compra il 51% di Beats per 300 milioni di dollari. L’entrata di Htc costringe Monster, per ragioni contrattuali, a cedere la proprietà intellettuale dei prodotti congiuntamente sviluppati, che diventano così di proprietà di Monster e Htc.
Contestualmente, per ragioni di trasparenza, il Ceo di Monster Noel Lee decide di cedere progressivamente il proprio pacchetto azionario, inizialmente pari al 5%: stando a quanto emerge, un membro del consiglio di amministrazione di Beats gli avrebbe rassicurato che non c’erano operazioni di vendita all’orizzonte, in grado di creare liquidità.
COMPLOTTO. Peccato che poi, da lì a poco, Beats ricompra parte delle quote rilevate da Htc per poi acquisirle completamente nel 2013 e accettare l’offerta, da 3,2 miliardi di dollari, ndella Apple. Da qui, l’accusa di complotto fraudolento tra le società per escludere dal business Monster.
Stando ai rumors, infatti, la Apple corteggiava la Beats da anni… Quel che è certo è che Lee, perdendo la propria quota azionaria, non può beneficiare dei centinaia di milioni di dollari che frutterebbero dall’accordo con Apple.