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Hi-Tech

L’antivirus di domani? Hardware, non software

McAfee e Intel Security tracciano la strada dei futuri scudi informatici. Che saranno sempre più “fusi” con le componenti fisiche delle macchine

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Uno scudo di silicio. Internet si evolve, e con lei i virus informatici: non è più possibile difendersi con il solo ausilio dei software, serve spingersi oltre. Serve, insomma, un antivirus che lavori in profondità, a contatto la parte hardware, e che sappia operare in tempo reale, gestendo in modo dinamico ogni nuova minaccia. Questo almeno il pensiero di McAfee e Intel Security, che hanno condiviso con il mondo il loro pensiero sugli scudi informatici di domani. «L’internet delle cose non sarà possibile senza un nuovo e diverso modello di protezione, che copra ogni dispositivo connesso» ha infatti dichiarato Patricia Murphy, vice presidente di Intel Security per il Sud Europa.

SENSORI OVUNQUE. L’Internet delle cose, a cui fa riferimento la Murphy, sarà la struttura portante di un mondo iperconnesso e automatizzato, con le città invase da migliaia di sensori in ogni città e operazioni complesse che si gestiranno da sole. Vivremo immersi in reti informatiche molto articolate: «Per questo sarà sempre più fondamentale avere sistemi di sicurezza integrati, per prevenire ogni minaccia. Dovranno essere sistemi capaci di controllare in tempo reale ogni nodo della nostra rete tecnologica, di rilevare ogni sintomo di un potenziale attacco e di mandare un’allerta a tutti gli altri nodi vulnerabili» ha dichiarato ancora la Murphy.

LA SOLUZIONE STA NELL’HARDWARE. Bisognerà insomma trovare un modo efficace di difendere ogni oggetto che si collegherà a Internet, soprattutto a livello di hardware. Pensiamo agli smartphone: «Sul mondo mobile – ha aggiunto la presidente di IS Sud Europa – ci sono grandi margini di miglioramento. Bisogna pensare non più solo sul piano software, ma a soluzioni fisiche, a microcomponenti hardware dedicati alla sicurezza informatica e installati nei nostri cellulari. Al tempo stesso, stiamo collaborando con gli operatori per trovare un modo per proteggere anche i dati, perché – in fondo – sono quelli che viaggiano. Sono due fronti che non si escludono, entrambi decisivi». Insomma, tornare al passato, con la sicurezza fisica, per un futuro sempre più immateriale. Per rendere il lucchetto qualcosa di più di un semplice simbolo sulla tastiera.