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Vendita La7: è polemica politica
Urbano Cairo, in trattativa esclusiva, assicura l’indipendenza editoriale ma c’è chi invoca l’intervento di Antitrust e Agcom
A pochi giorni dalle elezioni, la politica interviene sulla vendita di La7. Lo hanno fatto durante il confronto di ieri su Corriere.it, Pier Luigi Bersani (Pd) e Silvio Berlusconi (Pdl). Il primo ha dichiarato che è fondamentale prendere decisioni in assenza di posizioni dominanti e conflitti di interesse e ha annunciato – in caso di vittoria – una revisione della legge Gasparri e un rinnovamento della legge Antitrust. Berlusconi ha etichettato l’intervento come un “avvertimento mafioso”. Il mondo politico si stupisce della rapidità con cui si è conclusa l’operazione, anche se il via libera formale risale a maggio 2012. Tanti dubbi anche da parte dei giornalisti di La7 e del sindacato Fnsi che chiedono l’intervento dell’Antitrust e dell’Agcom sull’operazione giudicando anomalo lo ‘spacchettamento’ della società dividendo gli asset Tv dalle infrastrutture. Più cauto il direttore del Tg La7, Enrico Mentana, che dubita che Urbano Cairo (definito un “editore puro”) voglia stravolgere la linea editoriale della rete. Un concetto ribadito dallo stesso imprenditore, che punta a valorizzare l’alto livello di qualità editoriale di La7 ottenuto anche grazie alle sue professionalità migliori e più note. Cairo conta di chiudere gli accordi con TiMedia entro il primo semestre: secondo un’analisi de Il Sole 24 Ore, il passaggio di proprietà di La7 avverrà a un valore simbolico di 1 euro, perché la rete sarà ripulita dalle perdite e presumiblmente anche dei debiti. L’offerta di Cairo prevederebbe infatti che Telecom Italia rinunci ai crediti nei confronti di TiMedia (260 milioni di euro al 2012) consentendo alla controllata di passare a La7 srl liquidità per meno di 100 milioni di euro.
Credits Images:Urbano Cairo