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Rai, stipendi pubblici? I conduttori dicono no

Il progetto trasparenza di viale Mazzini non piace agli addetti ai lavori. Per gli anchorman dell’emittente pubblica sarebbe un eccesso

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Tra le novità più interessanti del nuovo contratto di Servizio Pubblico che la Rai ha sottoscritto con il Ministero dello sviluppo economico ce n’è una che, accolta favorevolmente dall’opinione pubblica, fa invece discutere gli addetti ai lavori. È quella che apre alla pubblicazione su Internet, sulle pagine web della Rai, degli stipendi di dipendenti e collaboratori. Contrari i conduttori televisivi, coloro che se il provvedimento fosse attuato vedrebbero i loro compensi spiattellati ai quattro venti. Per Carlo Conti: «Bisognerebbe mettere in luce che si tratta di guadagni lordi e non netti». Non solo, il conduttore dell’Eredità ritiene che «sarebbe utile mettere in evidenza quanto i conduttori fanno guadagnare all’azienda con i loro programmi attraverso la pubblicità». Non nasconde il suo scetticismo anche un altro volto noto di Rai 1, Max Giusti. Il conduttore di Affari Tuoi si dichiara infatti «sicuramente favorevole alla trasparenza dei compensi di chi lavora nella tv pubblica – precisando però, come questo debba avvenire – nelle sede opportune». Giusti conclude sottolineando l’importanza di «evitare gli eccessi che spesso provocano conseguenze imprevedibili».

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Max Giusti