Connettiti con noi

Business

Rai in perdita, aumenta il canone

Viale Mazzini chiude il 2010 con un rosso che ammonta a 108 milioni di euro. Per il 2011 il canone arriva a 110,5 euro

architecture-alternativo

La Rai archivia il 2010 in perdita. Il rosso ammonta a 108 milioni di euro, in ribasso rispetto alle previsioni di tre mesi fa quando la perdita si attestava intorno ai 116 milioni. Ridotto anche l’indebitamento finanziario, il cui valore resta comunque vicino ai 200 milioni.Per il 2011, anno dispari e senza eventi sportivi di rilievo (quindi costosi diritti tv, la Rai ha rinunciato anche a trasmettere la Champions League), in arrivo il sospirato pareggio, con un ritorno all’utile che si ipotizza sui 20 milioni di euro.

Aumento canone

A contribuire a risanare le malandate casse della Rai, arriva l’aumento del canone di abbonamento. Il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, ha infatti firmato il decreto in cui viene determinato l’importo per il 2011 del canone di abbonamento Rai. Come per il 2010 l’importo è aumentato di 1,50 euro, in linea con l’inflazione programmata. Per il 2011 il canone sarà quindi pari a 110,50 euro. Un aumento minimo che comunque consentirà all’emittente pubblica di incassare 24 milioni in più rispetto al 2010.

Le polemiche

Nonostante l’aumento sia giustificato con la necessità di adeguarsi all’inflazione, non mancano le polemiche. Secondo Giorgio Merlo del Pd si tratta di una “decisione lunare”, in quanto “gli italiani sborseranno di più mentre sono alle prese con i disagi del digitale terrestre”. Critica anche la Lega, già protagonista di uno spot anti-canone. Come sottolinea Davide Caparini la politica ha perso ancora una volta l’occasione di abolire il canone Rai e rivedere i criteri di finanziamento del servizio pubblico. Delusi anche coloro che, piuttosto di un aumento minimo del canone, si aspettavo misure drastiche per la riduzione dell’evasione, oggi riguarda il 25-30% delle famiglie italiane. Come sostiene Carlo Verna, capo del sindacato giornalisti di Viale Mazzini, secondo il quale il canone Rai andava fatturato sulla bolletta elettrica, costringendo così tutte le famiglie a pagarlo.