Connettiti con noi

Business

L’abc delle tasse e della dichiarazione dei redditi

Da sostituto d’imposta a detrazione fiscale, le parole da conoscere per non farsi trovare impreparati

architecture-alternativo
Foto di Polina Tankilevitch

Forse ad alcuni sembrerà sorprendente, ma nel 2022 la maggior parte degli italiani  si è dimostrata essere “early bird” nel 2022 con un 60% del totale che ha presentato la dichiarazione già nei mesi di aprile, maggio e giugno, in modo da avvantaggiarsi e ricevere il rimborso già prima dell’estate. Tuttavia, un elemento fondamentale per destreggiarsi senza insicurezze nella propria gestione fiscale è soprattutto la conoscenza dei principali termini tributari, spesso data erroneamente per scontata. Per questo Taxfix, app per rendere più agevole la dichiarazione dei redditi online, ha stilato un glossario per aiutare le persone ad orientarsi nel “labirinto fiscale”, analizzando quelle che sono le parole più importanti da non dimenticare per il prossimo 730.

Il fiscalese spiegato in modo semplice

  • Abitazione principale:
    si tratta dell’immobile in cui la persona che ne ha il possesso risiede anagraficamente e vive in maniera abituale, da solo o con il proprio nucleo familiare.
  • Certificazione Unica (CU):
    è un documento fondamentale per poter fare la dichiarazione che attesta i redditi percepiti in un determinato anno dai lavoratori dipendenti, dai lavoratori autonomi, dai pensionati ed anche altri redditi provenienti da fonti diverse. Viene rilasciata dal datore di lavoro, dal committente (ovvero il datore di lavoro in caso di lavoro autonomo) o dall’ente pensionistico.
  • Conguaglio a debito/credito:
    è il risultato della dichiarazione. Se è a credito, il contribuente avrà diritto ad un rimborso; se invece termina a debito, si dovranno versare le dovute imposte.
  • Contributi previdenziali e assistenziali:
    la legge prevede che tutti i lavoratori siano tutelati in caso di infortunio, malattia, invalidità, vecchiaia e disoccupazione. Per far sì che ci siano i fondi necessari per tutelare economicamente i lavoratori in queste situazioni, lo Stato richiede che in aggiunta alle imposte, vengano effettuati dei versamenti periodici: queste somme sono così versate a titolo di contributi previdenziali e assistenziali. A seconda del tipo di rapporto di lavoro (autonomo o dipendente) i contributi possono essere dovuti interamente dal lavoratore oppure può anche esserci una contribuzione a carico del datore di lavoro.
  • Deduzione fiscale:
    è una forma di agevolazione fiscale che permette di ridurre il reddito complessivo sul quale si calcolano le imposte di un importo pari alle spese sostenute. Così facendo, avendo un reddito tassabile più basso, anche le imposte da pagare si riducono proporzionalmente. Tra le spese deducibili rientrano, per esempio, i contributi di previdenza complementare, i contributi versati per gli addetti domestici e familiari e le donazioni a favore di istituzioni religiose o di Onlus.
  • Detrazione fiscale:
    è una forma di agevolazione fiscale che permette di sottrarre dall’IRPEF dovuta alcune tipologie di spese. L’importo della detrazione spettante è stabilito in misura percentuale della spesa sostenuta: le detrazioni più comuni riguardano le spese mediche (19%), quelle di istruzione (19%), oppure le spese per interventi sugli immobili, come le ristrutturazioni edilizie (50%) o gli interventi di risparmio energetico (65%, percentuale che può essere per certi interventi ancora maggiore).
  • Donazioni 8×1000, 5×1000 e 2×1000:
    lo Stato per promuovere il sostegno alle varie confessioni religiose (Chiesa Cattolica o altre religioni) e per incentivare alcune finalità di interesse sociale (per esempio, il sostegno al volontariato, alla ricerca scientifica, etc..) ha previsto la possibilità per i contribuenti di scegliere con la dichiarazione dei redditi a chi destinare una parte delle imposte dovute a titolo di IRPEF. È importante sapere che, indipendentemente dalle scelte fatte, non risulterà in alcun modo una maggiore imposta a carico del contribuente, perché questi soldi vengono “sottratti” in modo automatico dal calderone IRPEF destinato allo Stato per quel dato anno. Per l’8×1000, in particolare, si deve destinare la propria quota allo Stato oppure ad un’istituzione religiosa (Chiesa Cattolica, Chiesa Evangelica, e simili) mentre il 5×1000 si può scegliere un’organizzazione specifica indicandone il relativo Codice Fiscale altrimenti, se nessuna scelta viene effettuata, la quota verrà distribuita in maniera automatica sulla base delle preferenze fatte dagli italiani che hanno espresso la scelta. Infine, vi è anche la possibilità di destinare una quota dell’IRPEF (il 2 per mille) ad un partito politico a scelta tra quelli iscritti nell’apposito registro.
  • ENEA (Ente Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile):
    è l’agenzia statale nata per supportare, sviluppare e promuovere la ricerca e l’innovazione nel settore delle energie sostenibili e dell’ecosostenibilità. È particolarmente conosciuto perché l’ENEA è l’ente a cui bisogna inviare la comunicazione relativa agli interventi effettuati sugli immobili per poter godere delle varie detrazioni (per esempio, per l’Ecobonus, per il Super bonus, per il Bonus Facciate, etc).
  • Modello 730-3:
    si tratta del modello, annesso al 730, che permette al contribuente di venire a conoscenza del risultato della propria dichiarazione. Dal 730-3 si può capire quali imposte sono eventualmente da versare – a saldo e in acconto – o se invece si ha diritto ad un rimborso e a quanto questo ammonta.
  • IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche):
    è l’imposta sul reddito di lavoro dipendente (e suoi assimilati); è personale e progressiva – più il reddito è alto più l’IRPEF sarà alta – e nei casi di lavoro dipendente viene trattenuta direttamente in busta paga dal datore di lavoro (che fa da Sostituto d’Imposta).
  • Reddito imponibile:
    è il reddito su cui il contribuente paga le imposte, cioè l’IRPEF e le addizionali regionali. È diverso dalla RAL lorda concordata con il proprio datore di lavoro poiché da quest’ultimo vanno sottratti i contributi previdenziali e assistenziali, così come le altre spese deducibili spettanti in dichiarazione.
  • Sostituto d’imposta:
    rappresenta chi “si sostituisce” al contribuente nella gestione dei suoi obblighi fiscali, trattenendo le imposte dovute direttamente alla fonte e versandole per conto del contribuente allo Stato periodicamente durante l’anno. I sostituti d’imposta classici sono il datore di lavoro, l’Inps e gli intermediari finanziari italiani che gestiscono i capitali investiti.
  • Usufrutto:
    consiste nel diritto di utilizzare un bene di proprietà di un altro soggetto (il cosiddetto “nudo proprietario”); l’usufruttuario, oltre al godimento del bene, ha diritto anche ai “frutti” che ne derivano. Finché dura l’usufrutto il nudo proprietario rimane l’unico effettivo proprietario di quel bene (il caso classico è di un immobile) mentre l’usufruttario può utilizzare il bene (la casa ad esempio) e guadagnare anche eventuali frutti (il canone di locazione se la casa viene affittata). Nell’esempio appena fatto sarà responsabilità dell’usufruttuario dichiarare il reddito di locazione nella dichiarazione e pagare le imposte dovute, mentre nessun reddito – e di conseguenza nessuna imposta – spetta al nudo proprietario.

Foto di Polina Tankilevitch