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New Internet, il futuro della pubblicità (soprattutto in Italia)

La razionalizzazione dei budget pubblicitari porta a un netto calo dei media tradizionali come Tv, stampa e radio (investimenti tra il -10 e il -20%). Tutto questo mentre introiti pubblicitari e ricavi pay dai video online, social network, applicazioni, smartphone e tablet segnano un +90%

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Internet? E’ già superato. Il futuro del mercato dei media – tra introiti pubblicitari e contenuti a pagamento – ha già un nome: New Internet, un mercato che nel 2012 ha segnato un +90% (contro il -5% del mercato complessivo dei media e un -10% di Tv, radio e stampa), che si basa su sette componenti principali e che sembra sposarsi perfettamente con la realtà italiana. I dati appena presentati dall’Osservatorio New Media & New Internet della School of Management del Politecnico di Milano parlano chiaro: dal 2008 a oggi, infatti, il mercato complessivo dei Media, che include introiti pubblicitari e ricavi pay è passato da 18,4 miliardi di euro a 15,9, con una riduzione di 2,5 miliardi. Nell’ultimo anno la contrazione è stata pari al 5%, ma all’interno di questo trend negativo i New Media nel 2012 sono arrivati a pesare per oltre un terzo del mercato complessivo. Nel 2013 si prevede una crescita del 6% circa che porterà il valore del mercato intorno ai 5,7 miliardi di euro, pari al 36% del mercato complessivo dei Media. I GRAFICI

COS’È IL NEW INTERNET. All’interno dei Media digitali, la componente più dinamica è sicuramente quella connessa al nuovo paradigma di Internet – il cosiddetto New Internet – che si basa su sette componenti principali: smartphone, tablet, connected Tv, che moltiplicano le occasioni di fruizione di Internet; i social network che, stanno sempre più diventando il luogo privilegiato di interazione digitale; le applicazioni, che semplifica l’accesso ai contenuti; i modelli di business basati sulla vendita di contenuti a pagamento; i video che si stanno diffondendosi in modo pervasivo in Rete.

IN ITALIA. Tutte queste componenti, secondo l’Osservatorio del Politecnico, sono molto più adatte al contesto italiano rispetto al ‘vecchio’ Internet nato ormai 20 anni fa. Si svincolano parzialmente dal Pc per legarsi ai nuovi device (più in linea con le preferenze degli italiani), si basano sui social network (di cui gli italiani sono tra i principali fruitori) e sui video (che nel nostro Paese sono più graditi rispetto al formato testuale).

Smartphone, tablet, app e connected Tv: il mercato italiano

CARA E VECCHIA TV. Nonostante tutto tablet o uno smartphone non risultano essere del tutto sostitutivi dei media tradizionali: il loro utilizzo è spesso complementare. Il 57% di chi guarda la Tv, infatti, utilizza spesso almeno un altro device connesso: tablet o smartphone. Di questi il 23% commenta sui social media e nelle chat e Il 54% di chi utilizza un tablet davanti alla Tv lo fa per riempire tempi morti, il 43% per lavoro/utilizzo dei social meda. L’utente oggi non sta sacrificando l’offerta televisiva tradizionale a favore di quella online, ma al contrario la sta estendendo/completando in quei momenti della giornata in cui non ha accesso ad uno schermo televisivo, per fruire sia di video con contenuti molto mirati che per vedere quello che si è perso in Tv.

LE PREVISIONI. Ma cosa ci aspetta nei prossimi anni? Una previsione prova a farla il responsabile scientifico dell’Osservatorio New Media & New Internet, Andrea Rangone, che parte da una premessa: la suddivisione degli Internet Media tra Old Internet e New Internet. “Nel 2012 – spiega – la prima componente pesa per il 75% circa e la seconda per il rimanente 25%. La situazione cambierà significativamente nel 2017, quando il New Internet potrebbe generare circa il 50% del mercato degli Internet Media, soprattutto grazie a video (oltre il 20% del mercato), social network (10-15%) e ricavi pay (10% circa); il mercato degli Internet Media, oggi pari al 25% del mercato dei New Media, potrebbe arrivare nei prossimi 5 anni fino al 40%, trainato dal New Internet; rispetto al mercato dei Media nel suo complesso, invece, il mercato degli Internet Media, oggi pari a poco più dell’8%, potrebbe arrivare fino al 20%”.