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Mutti sempre più internazionale: in aumento export e fatturato

Il gruppo guidato da Francesco Mutti chiude l’anno con oltre 560 milioni di euro di fatturato (+16%), registrato per il 51% all’estero

architecture-alternativo Francesco Mutti, amministratore delegato del Gruppo Mutti

Oltre 563 milioni di euro di fatturato, in aumento del 16% rispetto all’anno precedente, e una quota di export che supera per la prima volta il 50%. Sono i numeri del Gruppo Mutti, multinazionale italiana attiva nel mercato dei derivati del pomodoro e presente in circa 100 Paesi nel mondo, che ha chiuso un 2022 particolarmente positivo. “I gravi fattori esogeni – dalla siccità agli aumenti di materie prime ed energia – che hanno caratterizzato il 2022 non hanno intaccato il nostro percorso di crescita”, afferma soddisfatto Francesco Mutti, amministratore delegato dell’omonima azienda. “Il 2022 ci ha messo alla prova mettendo in luce il valore della nostra struttura: solida, dinamica, resiliente e capace di affrontare e superare con successo le avversità. Siamo quindi pronti a far fronte a un 2023 che si prospetta altrettanto complesso e sfidante”

I numeri del Gruppo Mutti

Nel presentare i dati relativi al 2022 la società ha sottolineato la leadership consolidata conquistata nel mercato dei derivati del pomodoro in Italia e in Europa: la quota di mercato in Italia è pari al 33,7% – “la somma delle quote di mercato dei tre competitor più forti non arriva a coprire la quota di Mutti”, si precisa in una nota – al 15% in Europa.

Come accennato, rispetto al bilancio 2021, particolare importanza ha assunto l’export: la quota di fatturato registrata all’estero, pari al 51% ed equivalente a 286 milioni di euro, ha superato quella ottenuta in Italia, pari al 49% e a 277 milioni di euro.

Anche la quota a volume, che ammonta a un totale di 335 mila tonnellate, segue e consolida il trend vedendo un aumento di tonnellate vendute all’estero, pari a 190,4 mila, rispetto alle 144,6 mila vendute in Italia.

Il centro di produzione del Gruppo Mutti a Parma

L’aumento dei costi impatta sull’Ebitda

Il 2022 è stato un anno segnato dall’aumento dei costi dell’energia elettrica, del gas e delle materie prime, variabili esterne non controllabili che hanno significativamente e inevitabilmente impattato l’azienda e l’intera filiera.

Rispetto all’anno precedente, il costo dell’energia è aumentato del 147% e quello del gas del 217%, al netto dei significativi contributi governativi ricevutimentre vetro e latta, materiali utilizzati dall’azienda per il packaging, sono aumentati rispettivamente per oltre il 40% e oltre il 60%. A fronte di ciò, c’è stato solo un lieve ma necessario aumento dei prezzi a scaffale – pari a poche decine di centesimi di euro – che ha portato inevitabilmente a una penalizzazione a livello di volumi prodotti.

Il calo dell’Ebitda 2022 di Mutti, pari a 44,7 milioni di euro (-7% rispetto al 2021) e della posizione finanziaria netta (Pnf), che si attesta a -123 milioni di euro, sono il risultato degli aumenti di costi che l’azienda ha dovuto sostenere nel corso dell’anno.

L’anno appena archiviato dalla multinazionale italiana è stato caratterizzato anche dalla messa a punto di investimenti industriali per 32 milioni di euro, destinati a interventi e attività ulteriormente migliorative degli indici di qualità, efficienza e sicurezza del Gruppo.