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L’Europa taglia le stime di crescita. Debole il Pil italiano, decisivo il Pnrr
Sono state riviste al ribasso le stime di crescite dell’Unione europea da parte della Commissione Ue. Il ‘taglio’ è comune a tutti i Paesi, Italia compresa, ma il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, ha precisato che “l’economia italiana non è in recessione, a differenza di altri Paesi europei”. Certo è che l’economia europea presenta “un evidente rallentamento”.
Rallentamento che colpisce soprattutto la Germania, che nel 2023 dovrebbe registrare un Pil in calo dello 0,3%. Segno più, invece, per gli altri principali Paesi europei con Grecia e Spagna che dovrebbero presentare valori di crescita superiori al 2%, ben superiori alla media Ue dello 0,6% (-0,2% rispetto alle previsioni estive). A oggi la Commissione Ue prevede per l’Unione Europea un Pil 2024 a +1,3% (-0,1% rispetto all’estate) e un 2025 in crescita dell’1,7%.
Per quanto riguarda l’Italia, il Pil del 2003 sarà in crescita dello 0,7%, crescerà dello 0,9% nel 2024 e dell’1,2% nel 2025. Fondamentali per queste previsioni sarà la ‘messa a terra’ dei finanziamenti stanziati dal Pnrr. “L’attuazione del Pnrr è fondamentale per sostenere la crescita” e per “evitare la recessione”, ha sottolineato Gentiloni.