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Kering delude nei ricavi, cresce Hermès
La multinazionale guidata da François-Henri Pinault segna una trimestrale con fatturato in calo del 9%, oltre le stime degli analisti. Meglio l’altro gruppo francese del lusso, che aumenta i ricavi del 7,3% e guarda con interessa all’Italia
Trimestrali opposte per i gruppi francesi del lusso Kering ed Hermès. Il primo, guidato da François-Henri Pinault, ha chiuso il trimestre a settembre con ricavi in flessione a 4,5 miliardi di euro. Si tratta di una flessione del 9% a tassi comparabili, del 13% a tassi correnti, che supera anche le stime degli analisti.
La trimestrale di Kering
Il trend al ribasso, si evidenzia in un articolo de Il Sole 24 Ore, non ha risparmiato nessuno dei maggiori brand del portafoglio Kering. Ad esempio, Gucci ha registrato un calo delle vendite del 7% (14% a tassi correnti) con ricavi a 2,2 miliardi; Saint Laurent ha chiuso con un -12% (-16% tassi correnti) a 768 milioni, mentre Bottega Veneta ha archiviato il trimestre con un -7% (-13% a tassi correnti) raggiugendo 381 milioni di ricavi. Buone, invece, le vendite per Brioni, Boucheron e Pomellato.
La trimestrale di Hermès
Per Hermès, invece, la trimestrale si è chiusa in positivo. Il gruppo ha registrato un fatturato di 3,365 miliardi di euro, in crescita del 7,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, anche se con un leggero calo in Asia (-0,1%). In occasione della call con gli analisti, il management di Hermès ha sottolineato di essere pronto a nuovi investimenti in Italia nel settore dei fornitori di moda e scarpe. “Potremmo considerare l’integrazione verticale con investimenti per consolidare la partnership con alcuni fornitori che condividono i nostri standard”, come qualità, ha affermato Eric du Halgouet, vicepresidente esecutivo finanziario di Hermès.