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Internet, la banda diventa larghissima

L’Agcom ha approvato il quadro normativo per la realizzazione delle reti di nuova generazione (Ngn). Ma è scontro tra Telecom e gli altri operatori

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La banda larga diventerà presto larghissima. Almeno nelle intenzioni dell’Agcom, che ieri ha approvato il provvedimento finale che disciplina i servizi di accesso alle reti di nuova generazione, ovvero le NGN, quelle per navigare alla velocità di 100 Megabit. Il testo prevede gli obblighi dell’incumbent, Telecom Italia, rispetto agli operatori alternativi. L’ex monopolista entro due mesi dovrà presentare un’offerta di riferimento relativa alle diverse modalità di accesso alla sua nuova rete in fibra, attraverso servizi attivi e passivi:

  • servizi passivi, quali innanzitutto il servizio end to end (l’accesso disaggregato alla fibra compatibile con l’attuale architettura di rete dell’incumbent), le singole componenti che lo formano (building blocks), l’accesso alle opere civili (ad es. cavidotti);

  • servizi attivi, ossia il bitstream in fibra, offerto a vari livelli di rete e l’innovativo servizio VULA (virtual unbundled local access), fornito direttamente in centrale.

In pratica non vi è obbligo di affitto del cosiddetto ultimo miglio, ovvero l’unbundling fisico, se non «ove tecnicamente possibile e tenendo conto dell’effettivo sviluppo di mercato». Insomma l’undundling non è escluso a priori, ma neppure garantito. Una decisione, questa del Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che, anche se presa «tenendo nel massimo conto le osservazioni della Commissione europea» e avvalendosi «delle valutazioni formulate dall’autorità Antitrust quanto degli utili contributi pervenuti in fase di consultazione pubblica nazionale» sembra scontentare tutti gli operatori. Se da Telecom trapela disappunto per «obblighi molto pesanti» e da Vodafone avrebbe voluto condizioni per essere «un operatore fisso in grado di competere su un’infrastruttura in fibra e non solo attraverso la rivendita di servizi», per Fastweb «la versione finale della delibera Agcom alleggerisce gli obblighi sui servizi end-to-end di Telecom ed è di fatto l’eliminazione dell’impegno di fornire un vero unbundling su fibra».