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Finanza

Masi Agricola: il fatturato sale a 75 milioni. Renzo Rosso lascia il Cda

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Su chiude un 2022 positivo per Masi Agricola, la società veneta produttrice di vini premium, quotata nell’Euronext Growth Milan. Nei giorni scorsi il Cda si è riunito per approvare il progetto di bilancio e il bilancio consolidato dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2022, che ha registrato ricavi netti in crescita a 74,7 milioni di euro (+12,6% rispetto al 2021), Ebitda a 13,2 milioni di euro (rispetto ai 12,9 milioni dello scorso anno) e utile netto in calo da 5,4 a 4,5 milioni di euro. L’indebitamento finanziario netto è pari a 7,7 milioni di euro rispetto ai 2,7 milioni di euro al 31 dicembre 2021). Sul fronte ricavi, buona performance del mercato italiano, che registra entrate in aumento per circa 3,6 milioni di euro (+20,8%), mentre in termini percentuali è il “Resto del Mondo” l’area che cresce maggiormente (oltre +58%), anche grazie al canale Duty Free dei relativi Paesi.

“Un 2022 positivo, per quanto influenzato da elementi poco controllabili e più contingenti che strutturali”, ha commentato Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola. “Tra essi la tendenza della clientela, soprattutto estera, ad approvvigionarsi in abbondanza o ad alleggerirsi, i pesanti aumenti dei costi, sia di prodotto che operativi in generale. I cambi hanno giocato un effetto favorevole nei primi nove mesi, ma molto negativo nell’ultimo trimestre. Dopo la pandemia e con la guerra in Europa abbiamo assistito a trend disarmonici nei vari canali distributivi e nei Paesi in cui operiamo, fattispecie che conferma l’importanza della nostra strategia di omnicanalità, ai fini sia del posizionamento di marca che di mitigazione del rischio di business”.

Per Masi Agricola miglior fatturato dalla quotazione in Borsa

Dal punto di vista dei ricavi, il 2022 si è qualificato come “il miglior miglior esercizio dalla quotazione all’Euronext Growth Milan”, si precisa in una nota dell’azienda. Otto fattori, in particolare, hanno determinato queste performance:

  1. La ripartenza del business nel canale horeca, che nel complesso ha ritrovato smalto, pur se talvolta con oscillazioni infrasettimanali, con i centri metropolitani che ancora non sempre lavorano a livelli pre-Covid e con l’hotellerie di lusso che registra tassi di occupancy spesso ancora al disotto del pre-Covid;
  2. L’elevata propensione dei mercati, soprattutto quelli oltreoceano, iniziata nel 2021, ad anticipare gli ordini di acquisto per premunirsi da eventuali aumenti di prezzo e per fronteggiare le accentuate difficoltà dei trasporti internazionali.
  3. Canevel, il marchio di spumanti di Valdobbiadene, ha beneficiato molto non solo della riapertura dell’horeca (canale commerciale quasi esclusivo per Canevel), ma anche delle attività di progettazione sia distributiva, in Italia e all’Estero, sia di gamma che di branding messe in campo negli ultimi anni;
  4. L’andamento molto positivo delle location a gestione diretta di Masi Wine Experience;
  5. Il graduale ritorno al funzionamento del canale Duty Free & Travel Retail, storicamente molto volumetrico per Masi, ma fortemente penalizzato nel periodo della pandemia dalla sostanziale riduzione dei viaggi. Il business del canale è ancora al di sotto dei livelli pre-Covid, ma il 2022 ha registrato quasi un raddoppio sul contro-periodo;
  6. Il canale retail, soprattutto nei Paesi che per la distribuzione del vino sono qualificabili come libero-concorrenziali, ha invece conseguito un decremento, sostanzialmente dovuto al riorientamento del consumo verso l’horeca. Lo stesso fenomeno è stato registrato per il canale online;
  7. Un favorevole effetto-cambi registrato nei primi nove mesi, soprattutto con riferimento al Dollaro canadese e al Dollaro Usa;
  8. Il nuovo Amarone Vajo dei Masi, che ha generato effetti positivi in termini sia di ricavi che di redditività.

Alla luce dei risultati, il Consiglio di amministrazione proporrà un dividendo unitario ordinario, al lordo delle ritenute di legge, pari a 0,06 euro per azione.

Renzo Rosso lascia il Cda di Masi

Alla riunione del prossimo Consiglio di amministrazione non ci sarà Renzo Rosso, azionista di primo piano della società attraverso la sua Red Circle Investments (l’imprenditore detiene circa il 10% del capitale sociale). Il numero uno di Otb, che ha da poco annunciato la nascita di Brave Wine per gestire i numerosi investimenti nel settore vinicolo, ha rassegnato le dimissioni da consigliere di amministrazione indipendente motivandole sulla base di una sua perdita di interesse nel rivestire la carica non essendo riuscito ad “apportare un contributo professionale e innovativo ai processi gestori” e lamentando, al contempo, che il governo societario di Masi non è “in linea con gli standard di riferimento di società con azioni negoziate sui mercati di capitali”. La società, in una nota, ha sottolineato come a Renzo Rosso non sia mai stata negata l’opportunità di esprimere le proprie valutazioni nell’ambito del dibattito consiliare, anche con riferimento al governo societario. Masi, infine, ha ricordato le “recenti dichiarazioni di Rosso su Il Sole 24Ore circa il contributo da lui portato a Masi, definita “un’azienda ben strutturata”.